I 30 anni di Vanessa Ferrari: «Mi regalo Tokyo in tutti e quattro gli attrezzi»

I 30 anni di Vanessa Ferrari: «Mi regalo Tokyo in tutti e quattro gli attrezzi»
I 30 anni di Vanessa Ferrari: «Mi regalo Tokyo in tutti e quattro gli attrezzi»
di Gianluca Cordella
Martedì 10 Novembre 2020, 07:30
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Gli ultimi quattro anni di Vanessa Ferrari hanno racchiuso una quantità di avvenimenti che alcuni atleti non vivono nell’arco di un’intera carriera. Il podio sfiorato ai Giochi di Rio, l’operazione per risolvere i problemi ai tendini, il rientro vincente in World Cup, l’ennesimo intervento (questa volta a entrambi i piedi), il nuovo ritorno da protagonista in Coppa e, sul più bello, il lockdown che ferma tutto. Sullo sfondo sempre e solo un’idea a legare la fatica con la voglia di rivalsa, la grinta con la sensazione – anzi, la certezza – di essere in credito con la fortuna. L’idea era ed è Tokyo, era ed è quel podio olimpico che le è sempre sfuggito in carriera, spesso per un soffio. Solo arrivarci, in Giappone, sarebbe un’impresa: nessuna ginnasta italiana è mai riuscita a partecipare a quattro diverse edizione dei Giochi. E lei, peraltro, lo farebbe a 30 anni. Li compie oggi e chiederle qual è il regalo che vorrebbe scartare di più suona quasi ovvio. Una medaglia olimpica no? E invece: «Sarebbe bello trovare dei tendini d’Achille nuovi nuovi. Poi mi faccio altri 24 anni di carriera», scherza la Farfalla di Orzinuovi che vola con addosso i colori del gruppo sportivo dell’Esercito. 
A proposito: come stanno i tendini?
«Mi danno sempre un po’ di fastidio ma sto cercando di tenere sotto controllo tutto. A livello di preparazione fisica mi sento “super in forma”, sto lavorando veramente tanto». 
E, fisico a parte, la motivazione com’è?
«Sono determinatissima verso l’obiettivo olimpico. Voglio assolutamente cancellare gli infortuni e le varie operazioni ai piedi».
Come si sono sposati il lockdown e la necessità di recuperare la condizione migliore?
«Diciamo che per certi versi il morale poteva andare a terra. Ma io sono determinata, guardo sempre avanti e cerco di far tesoro delle opportunità che ho a disposizione».
Morale della favola: il rinvio di Tokyo, sempre senza dimenticare che purtroppo è stato causato da una tragedia mondiale, sportivamente è stato quasi un’opportunità per lei?
«All’inizio no: con l’arrivo del Covid sono stata penalizzata durante l’ultima tappa di World Cup (con punti in palio per il pass a cinque cerchi), perché hanno interrotto la gara dopo le qualifiche senza disputare la finale e hanno convalidato la classifica parziale come definitiva. Io feci un esercizio giusto per qualificarmi per poi dare tutto in finale, ma mi è stata tolta la possibilità e non ho potuto fare altro che mandar giù anche questo boccone. Dopo però ho deciso di sfruttare il rinvio dei Giochi per sfruttare questo tempo in più e fare un salto di qualità enorme».
Qual è il salto di qualità enorme di una campionessa di 30 anni che ha già vinto tutto?
«Durante il lockdown ho deciso di sfruttare al massimo la pausa e di lavorare al mio ritorno sui 4 attrezzi. È il regalo che mi sono fatta per questo compleanno: puntare a Tokyo in tutti gli attrezzi per poter sognare davvero in grande».
Scelta coraggiosa: lo sa che ci saranno avversarie molto più giovani?
«Ma io per quello che faccio in palestra non dimostro assolutamente 30 anni. Quando ho detto al direttore tecnico Enrico Casella che volevo tornare su tutti gli attrezzi, come in Brasile, è rimasto a bocca aperta, mi ha detto che sarebbe stato impossibile. Ma nel giro di pochi mesi ho ripreso tutti gli esercizi di Rio e adesso ho a disposizione il tempo per lavorare per potenziarli il più possibile». 
Manca ancora il pass: è prematuro parlare di obiettivi olimpici?
«In generale non mi piace parlare di chance di medaglia, non voglio farmi carico di pressioni inutili. E, dopo quello che ho passato, il mio percorso è già straordinario. Però penso sia giusto puntare il più in alto possibile: al di là di Simone Biles non vedo altre avversarie irraggiungibili».
Federica Pellegrini ha detto che se dovessero saltare ancora le Olimpiadi, si ritirerebbe. Lei cosa farebbe? 
«Non voglio pensarci, ho la testa troppo sui Giochi».
Altre due big come Tania Cagnotto ed Elisa Di Francisca, invece hanno rinunciato per diventare mamme. Ci ha mai pensato?
«Proprio no. Tania ed Elisa sono due grandissime campionesse e se hanno scelto questa strada significa che si sentono appagate e pronte a voltar pagina. Io sento di avere ancora delle opportunità e non sarò soddisfatta fino a che non avrò esaurito tutte le possibilità di essere competitiva. Non voglio rimpianti, per diventare mamma ho ancora tempo». 
Giorgia Villa è la nuova Vanessa Ferrari?
«Detesto gli accostamenti, quando ero piccola mi chiedevano continuamente se sarei diventata la nuova Nadia Comaneci e io rispondevo che sarei diventata Vanessa Ferrari e basta. I paragoni non fanno bene a nessuno. Giorgia è una grande atleta con delle buone possibilità, ma le Fate sono un bel gruppo e hanno tutte un ottimo potenziale».
A 30 anni si sente più fortunata per quello che ha vinto o sfortunata per quello che avrebbe potuto vincere senza i mille infortuni?
«Quando non ho avuto guai fisici ho sempre vinto tanto, quindi direi che senza problemi avrei vinto ancora di più...».
 

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