Covid e calcio, l'allarme di Spadafora:
«Un piano B per non finire in default»

Covid e calcio, l'allarme di Spadafora: «Un piano B per non finire in default»
di Francesco De Luca
Mercoledì 21 Ottobre 2020, 12:00
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Da Cristiano Ronaldo al governatore della Regione Campania. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, chiarisce al Mattino il senso delle sue accuse di ieri a De Luca. «Si occupi di più della situazione sanitaria in Campania. Sono molto preoccupato. Se De Luca ha fallito? Penso di sì».

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Perché questo giudizio?
«È curioso che chi si compiace di essere un personaggio mediatico dando giudizi sferzanti e soprannomi a tutti poi salti sulla sedia alla prima critica. La Campania è stata la prima regione a chiudere gli asili, poi li ha riaperti. Poi ha chiuso le scuole, ora riapre le elementari ma prevedendo il coprifuoco. La situazione è drammaticamente seria ed è evidente che dobbiamo tutti dare una mano e collaborare. I toni è bene abbassarli da ogni lato».

C'è stato lo stop allo sport di base, quello dei più giovani: è una decisione che il presidente della Federazione medici sportivi, Casasco, contesta per i danni che può provocare.
«Il Dpcm ha bloccato lo sport amatoriale di contatto, non lo sport di base, perché siamo riusciti a consentire che le squadre possano continuare ad allenarsi con esercizi individuali. Condivido la preoccupazione di Casasco e il suo timore sull'impatto negativo che può avere sull'umore e la crescita dei giovani. Lo sport, soprattutto per i più piccoli, è vitale».

In palestre, campi e piscine si rispettano i protocolli?
«Dai controlli dei Nas emerge un rispetto rigoroso ovunque. Lo stesso Cts ci ha detto che non ci sono evidenze scientifiche su focolai e contagi nati da palestre e piscine e ritengo più rischioso mangiare al ristorante in sei, senza mascherine, piuttosto che allenarsi in una sala pesi. Se dovremo chiudere anche i ristoranti chiuderemo anche le palestre, ma a parità di rischio chiedo parità di trattamento».

Quali sono i problemi che lo sport dilettantistico e professionistico deve ora affrontare?
«Il governo si è impegnato a intervenire per sostenere le attività che saranno bloccate, ma speriamo non accada. Ci troviamo però ad affrontare una situazione difficile, i rischi non vanno sottovalutati. Proprio per evitare il default ho ribadito che tutti i campionati debbano essere pronti ad un piano B se le cose dovessero peggiorare».

Crede che sia opportuna una bolla per le squadre professionistiche?
«Il protocollo attuale prevede già una bolla in caso di positività di un componente della squadra.

Tocca alle squadre rispettarlo e non mi pare che ciò sia accaduto sempre. Il protocollo è molto rigoroso, se applicato, e ricordo che è il minimo richiesto alle squadre, che in autonomia possono decidere regole ancor più rigide: andare avanti senza problemi è anche loro interesse».

A proposito di Juve-Napoli, vi sono state polemiche sui provvedimenti di due Asl di Napoli.
«Che la vigilanza e la responsabilità finale spetti alle Asl non è una mia opinione: è scritto nel protocollo».

Ha dichiarato che si potrà andare avanti se alcune squadre eviteranno escamotage: a chi si riferiva?
«A tutti, era un appello alla responsabilità per tutte le società visto anche il moltiplicarsi di casi».

Immaginava tante polemiche su Juve-Napoli?
«Sì, qualsiasi fosse stato il responso della giustizia sportiva. Ora c'è l'appello, poi la giustizia ordinaria: da ministro è bene che non commenti ancora».

Le parole di Cristiano Ronaldo l'hanno amareggiata?
«A tutti i giocatori, soprattutto ai più forti e famosi, chiedo una assunzione di responsabilità per essere da esempio per i più giovani. Sarebbe bello se ciascuno di loro facesse un video sui propri canali social per chiedere ai ragazzi di indossare le mascherine e scaricare Immuni».

Qual è il suo rapporto con il Coni e le federazioni? Sorpreso per il fatto che tanti presidenti federali, in carica da anni, siano stati riconfermati?
«Stiamo lavorando a stretto contatto con Coni e federazioni per difendere il mondo dello sport. Ritengo che uno dei compiti di una buona classe dirigente sia costruire il proprio ricambio e cedere il passo a una nuova generazione, cosa che molti si guardano bene dal fare».

Quando vi sarà l'approvazione della Legge delega sullo sport?
«Il testo è pressoché chiuso e condiviso da tutte le forze politiche. Ci sono due aspetti di cui siamo tutti particolarmente orgogliosi: una vera parità tra uomini e donne nel professionismo sportivo e il riconoscimento di maggiori diritti e tutele per i lavoratori. In sede di manovra ho ottenuto 100 milioni per far sì che nei primi anni di questo passaggio le spese non ricadano sulle società sportive».

Ha poi chiarito con il presidente del Cio Bach sulla governance dello sport in Italia?
«Non appena il testo approderà in consiglio dei ministri avrò l'onore di recapitare la parte sul Coni a Losanna: non ci sarà alcun problema visto che abbiamo rispettato i principi della carta olimpica».

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