Di Lorenzo corre a tutto gas:
non chiamatelo più riserva

Di Lorenzo corre a tutto gas: non chiamatelo più riserva
di Bruno Majorano
Lunedì 28 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo agg. 14:02
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Nel giugno del 2018 - non esattamente una vita fa - Giovanni Di Lorenzo stava ancora smaltendo la sbornia della festa promozione dell'Empoli: dalla serie B alla serie A. Nel giugno 2021, appena tre anni dopo, quello stesso ragazzo sta vivendo le sue notti magiche con la maglia dell'Italia durante l'Europeo itinerante. 

Difficile che tre anni fa qualcuno avrebbe potuto pronosticare una cosa del genere. Probabilmente nemmeno lo stesso Giovanni, se glielo avessero detto, ci avrebbe creduto. Il sogno, quello di giocare con la Nazionale, si è realizzato grazie a un lavoro certosino, un impegno costante e una crescita sistematica. Di Lorenzo è così, uno di quelli che se si mettono in testa una cosa, ci arrivano. La serie A sembrava un miraggio, figuriamoci la Nazionale. Ma non andateglielo a dire oggi, perché quello che doveva essere solo un sogno, è diventato realtà. Prima dei 45' finali di Italia-Turchia - match inaugurale dell'Europeo - aveva collezionato appena 7 presenze con la maglia dell'Italia. Zero minuti con le giovanili, e direttamente una gara da titolare lo scorso 15 ottobre 2019 contro il Liechtenstein. Quello il battesimo azzurro, poi una parabola in ascesa costante, fino alla convocazione per l'Europeo.

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Che potesse entrare nella lista dei 26 lo aveva capito con un po' di anticipo, perché due campionati ad alti livelli con il Napoli rappresentavano una bella garanzia per Mancini che infatti gli ha confermato la fiducia. Sì, ma come riserva di quel Florenzi: intoccabile lì sulla fascia destra. E dagli torto al ct. Florenzi di questa Nazionale è una colonna: ha esordito nel 2012, quando Di Lorenzo giocava in serie C con il Cuneo. Figuriamoci se tra i due ci sarebbe potuto essere anche solo un ballottaggio. Ma con Mancini non esistono titolari e riserve: tutti fanno parte del progetto. Tutti sono al centro del progetto. Ecco perché quando Florenzi ha accusato un problema fisico tra il primo e il secondo tempo di Italia-Turchia Mancini non ha esitato un istante. «Vai, tocca a te», ha detto a Di Lorenzo che non se lo è fatto ripetere due volte. Con il suo ingresso in campo l'Italia ha iniziato a spingere con continuità e da quella fascia è nato il gol del vantaggio. Il resto è storia recente. Titolare la gara dopo contro la Svizzera, titolare agli ottavi contro l'Austria dopo un turno di riposo nella gara contro il Galles. È diventato un punto fermo della Nazionale di Mancini e sabato sera si è imposto con la personalità del veterano.

Preciso in marcatura (salvo quella sbavatura che poteva costare cara sul gol annullato ad Arnautovic), ma soprattutto in fase di spinta è stato una costante. Nel secondo tempo supplementare, quando gli azzurri sembravano tutti in debito di ossigeno, si è autolanciato in un coast to coast irresistibile. Rapidamente si è perso il conto di austriaci saltanti netti e a momenti ci scappava anche il gol. Ecco, quello che al momento manca al suo Europeo, e la cosa non sembra poi così utopica visto che sia a Empoli che nel Napoli ha dimostrato di essere un difensore specializzato nelle sortite offensive. Magari ha conservato l'asso nella manica per i quarti. Perché Mancini non potrà certo fare a meno di lui. 

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