Jorginho eroe da pallone d'Oro:
«Un respiro e l'ho buttata dentro»

Jorginho eroe da pallone d'Oro: «Un respiro e l'ho buttata dentro»
di Roberto Ventre
Mercoledì 7 Luglio 2021, 07:00 - Ultimo agg. 19:03
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Jorginho realizza il rigore con la solita freddezza glaciale, il quinto degli azzurri nella serie dal dischetto dopo i tempi supplementari chiusi sull'1-1, quello decisivo contro la Spagna. L'ex centrocampista del Napoli regala la finale all'Italia degli Europei segnando l'ultimo penalty e lo calcia con la solita calma, come se si trattasse di un allenamento. «L'ultimo rigore? Quando calci senti che è finita, ma in quel momento ho cercato di dimenticare quello che c'era intorno. Ho respirato per essere più calmo e ho fatto quello che ho sempre fatto», ha detto nel post partita.

La Spagna nel suo destino, contro le Furie Rosse fece il suo esordio nella nazionale azzurra, era l'Italia di Conte che pareggiò 1-1 in amichevole a Udine il 24 marzo del 2016, partita in cui andò a segno per gli azzurri Lorenzo Insigne. E ora sono 34 le presenze con l'Italia, la più grossa delusione fu lo 0-0 contro la Svezia al Meazza del 13 novembre 2017, un pari che decretò l'esclusione dell'Italia di Ventura dai mondiali 2018. Poi è diventato un punto fermo di Mancini che lo ha schierato titolare fin dalla prima amichevole contro l'Arabia Saudita e segnando i suo primo gol, su calcio di rigore in Nations League nell'1-1 contro la Polonia. E in questi Europei ha sempre giocato da titolare: non semplice la serata contro la Spagna anche per i centrocampisti ma Jorginho ha lottato e stretto i denti e soprattutto ha lasciato il segno nel momento decisivo lanciando proprio lui gli azzurri nella finale degli Europei. «Bellissimo. Sofferta contro una grande squadra che ci ha fatto correre ma si sapeva. Ci abbiamo creduto fino in fondo e abbiamo meritato di vincere», ha spiegato. 

 

Infallibile dal dischetto, cinque su cinque ne aveva messi a segno con l'Italia.

E ora con la Spagna ha realizzato quella decisivo nella serie dal dischetto, una precisione incredibile, lo dimostra ancora una volta contro Unai Simon, il portiere della Spagna: aspetta la sua mossa e piazza il pallone lento e preciso nell'altro angolo. Una grande qualità, quella di rigorista perfetto, che aveva già mostrato negli anni a Napoli con Sarri e poi nel Chelsea. Continua la favola del centrocampista brasiliano naturalizzato italiano che dopo aver vinto a maggio la Champions League in finale sul Manchester City ora sarà impegnato nella finale degli Europei e sogna di fare un fantastico bis. «L'Italia non molla mai, questo è un gruppo meraviglioso e merita il meglio. Soffriamo insieme e giochiamo insieme, a volte litighiamo insieme perchè siamo una famiglia». Jorginho che a fine partita ha abbracciato Insigne che indossava la maglia nuemro 4 di Spinazzola. 

Un'incredibile ascesa di Jorginho, rimasto legatissimo a Napoli, ai vecchi compagni di squadra, ai tifosi, alla città e quando può ci torna sempre molto volentieri. Anno dopo anno è cresciuto sempre più in personalità e ora è tra i centrocampisti più forti al mondo, il playmaker dell'Italia di Mancini, quello che detta i tempi e dà il là alla manovra. In Italia dal Brasile arrivò a 15 anni per un provino con il Verona: l'amore per il calcio gli è stato trasmesso dalla mamma, tanti sacrifici e pochissimi soldi nei primi anni. Cresce nel vivaio dei gialloblù, poi più avanti l'anno alla Sambonifacese in seconda Divisione e le due stagioni a Verona in B e qualche mese in serie A: a gennaio del 2014 lo acquistò al Napoli e dopo il primo anno e mezzo con Benitez esplose con l'arrivo di Sarri da palymaker nel 4-3-3. Tecnico toscano che poi ha seguito anche al Chelsea vincendo l'Europa League, il club londinese lo acquistò dal Napoli nell'estate del 2018, un maxi investimento. Un ragazzo semplice Jorginho e sempre sorridente, uno che nel gruppo si fa voler bene da tutti, generosissimo in campo e fuori, lo specialista dei rigori che regala la finale degli Europei all'Italia. 

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