Mettiamo mano agli amuleti. Dopo Verratti, Zaniolo, Pellegrini e martedì Immobile a dare forfait ieri è stato il capitano della Nazionale, Chiellini. E in queste ore le condizioni di Barella tengono un po' in ansia. «Andrò allo stadio solo per fare il tifo» dice il difensore della Juventus. I campioni di Europa non possono temere la Svizzera, chiaro, ma sono davanti a un bivio pericoloso: senza i tre punti, per andare in Qatar serviranno i playoff. Parola che fa tornare in mente quel fatal novembre del 2017. Contrattempi e guai sono all'ordine del giorno. Chiellini verrà rimpiazzato da Acerbi. L'interista Barella dovrebbe recuperare (si è allenato in gruppo) ma l'altro dubbio di Mancini è la formula e gli uomini dell'attacco, dopo la defezione della punta della Lazio. La sensazione è che non si affiderà a un falso nove (in 3 anni di gestione Mancini, solo tre volte ha giocato così) e che tra Belotti e Raspadori la scelta cadrà sul granata. Con Insigne a sinistra e verosimilmente Chiesa a destra, favorito nel ballottaggio potenziale di inizio ritiro con Berardi. Olimpico tutto esaurito: 52 mila spettatori.
Ieri sera, accompagnati anche dal presidente della Figc Gravina, gli azzurri si sono recati al Bambin Gesù per la tradizionale visita ai giovani pazienti. La squadra ha portato il trofeo conquistato nel luglio scorso a Londra e lo ha portato in giro per le corsie.
Gli elvetici, inoltre, hanno vinto uno solo dei 25 incontri disputati in Italia, sconfitta indolore ma fortemente simbolica: era il primo impegno degli azzurri di Enzo Bearzot campioni del mondo in Spagna, e in formazione tipo, sempre all'Olimpico, il 27 ottobre 1982. Nelle altre quattro sfide all'Olimpico, altrettante vittorie azzurre. Basterà questo per avvicinarsi senza ansie e patemi?