Kareem Abdul Jabbar incontra Totti:
«Mi tolgo il cappello davanti al capitano»

Kareem Abdul Jabbar incontra Totti: «Mi tolgo il cappello davanti al capitano»
di Redazione Sport
Sabato 11 Marzo 2017, 13:46 - Ultimo agg. 12 Marzo, 02:07
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“Penso che ogni volta che un giocatore riesce a dominare nel suo sport, e ad essere decisivo anche con il passare degli anni sia segno di grande preparazione e di amore per il gioco, e Totti deve amare moltissimo il calcio. Ha dato tantissimo al calcio, ha dato tutta la sua vita. Sta facendo un lavoro eccellente. Quindi mi tolgo il cappello. Non l’ho mai visto giocare, ma conosco lo sport e per me è facile dirgli: ‘Congratulazioni e buona fortuna per la tua vita dopo lo sport’“., le parole di Kareem Abdul Jabbar, ex stella dei Los Angeles Lakers, che ha fatto visita a Trigoria dove ha incontrato Francesco Totti.

 


«Il gancio cielo ha rappresentato per me la soluzione a un problema». Così Kareem Abdul-Jabbar, ex stella dei Los Angeles Lakers e maggior realizzatore di sempre nella Nba del basket americano poi, incontrando i cronisti a margine della sua partecipazione all'Oscar Pomilio Blumm Forum a Pescara, ha definito il suo gesto tecnico più famoso sul parquet, che lo aiutò a raggiungere la cifra monstre di 38 mila punti.
Un'invenzione che fu «il risultato della mia volontà di crescere dopo aver appreso gli aspetti fondamentali del gioco». «Mi resi conto che serviva un tiro potente e difficile da difendere - ha spiegato Jabbar - così l'ho usato per tutta la mia carriera e ho realizzato un record nei tiri realizzati». Sulle differenze tra lo sport di oggi e dei suoi tempi, lo storico numero 33 gialloviola ha detto: «Di sicuro c'è stata un'evoluzione nella pallacanestro, il cambiamento sostanziale lo abbiamo visto nell'utilizzo del tiro da tre punti con un incremento dal 1985 in poi». In relazione al suo ruolo di Ambasciatore culturale globale degli Stati Uniti, ha poi rimarcato: «Sicuramente possiamo dire che lo sport rappresenta una certa parte della cultura, in particolare direi che rappresenta l'aspetto e lo stile competitivo di ciascuna nazione, laddove ovviamente ci sia un Paese che esprima degli atleti che gareggiano al top». Quanto al presente, «la sfida che affronto ora è fare qualcosa per me essenziale e sostanziale, qualcosa che abbia un senso, così quando mi sono iscritto all'università ho deciso di laurearmi in inglese e storia».

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