La Bundesliga apripista dell'Europa
che vuole giocare a calcio

La Bundesliga apripista dell'Europa che vuole giocare a calcio
di Roberto Avantaggiato
Domenica 17 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 08:30
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Rieccolo, il calcio. Il pallone che torna a rotolare negli stadi sia pure deserti della Germania. Che ieri ha riacceso la passione, ma soprattutto la speranza che si può tornare alla normalità anche nel calcio; o almeno a qualcosa che gli assomigli. La Bundesliga fa da apripista ad un’Europa che viaggia a due velocità sul tema pallone. Lo fa con grande coraggio, ma anche responsabilità, con un protocollo che non sarà perfetto, che può essere migliorato, ma che ci ridà il calcio, proprio come si stanno riaprendo altre attività.

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Certo, è un calcio diverso, quello visto ieri, ma non è detto che sia un calcio sbagliato. Probabilmente vedremo meno contatti, meno abbracci ma le emozioni alla fine sono le stesse. Un gol, un rigore e anche un intervento del Var, di cui dopo due mesi e mezzo di stop, in tanti ne avvertivano il bisogno. E che l’astinenza ci fosse, è bastato scorrere qualche tweet per capire che anche il ritorno di match poco appetibili, come Fortuna Dusseldorf - Paderborn, siano stati accolti quasi con esultanza.
 

Il rispetto del protocollo sanitario nelle fasi di approccio alle partite è stato quasi totale. Segnale del gran lavoro che hanno fatto tutti insieme i club della Bundesliga (Bayern, Dortmund, Leverkusen e Lipsia hanno donato 20 milioni di euro ai club più in difficoltà), a dimostrazione della ferma volontà di ripartire e salvare, così, il calcio tedesco dal tracollo. A Lipsia, hanno addirittura chiesto aiuto al vicino aeroporto, per fare le cose per bene, facendosi prestare una scaletta per l’imbarco aereo. Che, sistemata dietro la panchina, ha consentito un collegamento rapido con la tribuna, dove sono stati mandati alcuni membri dello staff, misura necessaria per un adeguato distanziamento in panchina. Sanificati tutti gli ambienti (durante il match inservienti all’opera anche sui mancorrenti delle scale di accesso dagli spogliatoi al campo), le panchine e i palloni. L’ingresso in campo (momento in cui Timo Werner del Lipsia ha applaudito alla ripresa...) è avvenuto da due boccaporti diversi, mentre chi non aveva questa possibilità ha differenziato l’accesso al campo delle due squadre. Quasi tutte sono arrivate a bordo di due pullman e non, come avveniva in passato, su uno soltanto, anche qui per garantire le distanze sociali. 

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In campo, dove qualche tecnico ha tolto la mascherina al fischio d’inizio, di esultanze se ne sono viste poche e tutte contenute. Tranne quella di Ibisevic, Boyata e dei loro compagni dell’Hertha Berlino, vincitori 3-0 contro l’Hoffeneim, che si sono concessi qualche pericolosa trasgressione, con baci e abbracci “vecchio stile”. Nel complesso, invece, i giocatori della Bundesliga hanno rispettato, nel momento dell’euforia, le regole della distanza. È stato Erling Haaland, stella norvegese che “sta sbancando” in Bundes, a dare il buon esempio. Dopo aver segnato, al 28’ del primo tempo nel derby della Ruhr con lo Schalke 04 il primo gol europeo del calcio post-Covid, il predestinato (segna sempre nelle gare d’esordio) è andato sulla bandierina del calcio d’angolo inscenando, con i compagni a debita distanza, un balletto. Soltanto dopo si è concesso qualche pacca sulla spalla dai compagni, ma nulla di più. Esultanze con i piedi per il Wolfsburg, di gomito, invece, per il Friburgo che ha rischiato di vincere a Lipsia, dove a fine partita s’è visto l’ex della Roma Patrik Schick sbagliare un gol come ai tempi giallorossi. Errori (viste anche un paio di papere dei portieri) figli di un ritmo partita e di una condizione fisica che vanno ritrovati dopo quasi due mesi e mezzo di lontananza dai campi. Anche il gioco ne ha risentito, con ritmi bassi in avvio, come nelle migliori amichevoli estive, e tensioni agonistiche ridotte al minimo. Neppure gli interventi Var (che hanno portato all’annullamento di un paio di gol, con una on field review alla quale, stranamente, ha partecipato anche un assistente di linea) hanno generato proteste. Responsabilità del momento o nuovo volto del calcio? Lo scopriremo solo giocando.
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