Mancini ct spot della bella Italia:
ecco perché piace (tanto) agli italiani

Mancini ct spot della bella Italia: ecco perché piace (tanto) agli italiani
di Bruno Majorano
Lunedì 14 Giugno 2021, 07:00 - Ultimo agg. 16:08
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Roberto Mancini è uno che ci mette la faccia. E in questo caso non si tratta solo di parlare a nome di una squadra e di una Nazionale, perché il ct azzurro è l'uomo immagine dell'Italia anche dal punto di vista pubblicitario. Impossibile non averci fatto caso. Roberto è ovunque: tv, giornali, anche sui social. Rappresenta il volto dell'Italia nelle pubblicità che da qualche settimana - e non solo - hanno monopolizzato l'attenzione. Davanti alla macchina fotografica o alla cinepresa, infatti, si sente a suo agio, è protagonista come un modello navigato. E i tifosi apprezzano. 

«Credo che alla base di tutto ci sia il rapporto tra Federazione e sponsor», spiega Giuliano Annigliato, operatore nel settore della comunicazione per A&CNetwork. «I diritti di immagine fanno parte dei contratti di molti sportivi e spesso rappresentano anche l'aspetto più sostanzioso dal punto vista economico. Mi viene in mente il contratto di Antonio Conte con la Nazionale, contratto fortemente sovvenzionato dalla Puma». E poi avere a che fare con il ct è anche più semplice. «I giocatori che sono convocati in Nazionale sono pur sempre vincolati ai loro club e ai diritti di immagine dei rispettivi contratti. Mentre Mancini no: rappresenta la Nazionale italiana. Questi sponsor contribuiscono al pagamento del suo stipendio e quindi è giusto che sia lui a metterci la faccia. Poi immagino che ci sia anche una precisa scelta da parte della Federazione in senso verticistico: è lui il capo». Insomma una sorta di do ut des che al momento sta funzionando alla grande. Sul Mancini testimonial, infatti, hanno deciso di puntare brand totalmente diversi tra loro: Poste Italiane, Lidl, Paul&Shark e la Regione Marche (che è anche la regione nella quale è nato il ct). 

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E poi ci sono gli aspetti prettamente pubblicitari, ovvero le ragioni che hanno spinto questi brand a puntare sul volto di Mancini. «È uno sportivo con una storia importante alla spalle», spiega Fabrizio Cappella di Arakne Adv. «L'aspetto della storicità è molto importante nella scelta di un testimonial.

Quel volto ispira affidabilità e fiducia agli occhi del pubblico. E poi è una fonte di ipirazione ispirazione da parte dell'uomo comune che cerca di imitare quel modello». D'altra parte Roberto Mancini non è solo il ct della Nazionale, ma è anche l'ex numero 10 della Sampdoria, il gemello del gol di Gianluca Vialli, quello che ha fatto incantare una generazione che oggi non è più di ragazzini che vivono di smartphone e TikTok. «Mancini è un personaggio pubblico trasversale: gli adulti lo ricordano alla Sampdoria, quando con Vialli trasmettevano sentimenti forti come amicizia e sintonia. Mentre i più giovani lo identificano come il ct dell'Italia che sta sempre in tv. Questo è un aspetto che ai brand interessa: il poter abbracciare un pubblico quanto più vasto è possibile». Senza dimenticare l'aspetto dell'affidabilità. «Mancini non è Ibra o Cristiano Ronaldo che sono vincenti ma funzionano solo con un pubblico giovane e giovanile. Mancini è amicizia, passione, lavoro e spirito di squadra. Facendo un paragone con la tv, è come Gerry Scotti: l'uomo della porta a canto che chiunque farebbe entrare nelle proprie case seppur sia solo uno sconosciuto. Rappresenta affidabilità, ma è anche stiloso. Mi ricorda Leonardo che era visto come icona di stile. Questo suo essere così trasversale lo rende perfetto per poter pubblicizzare diversi brand: dalla moda a quelli per le famiglie. Perché è una persona per bene, non è mai stato travolto da scandali e ha il volto pulito. E infine è un vincente: ci sono brand che vogliono anche un carattere forte e lui lo incarna alla perfezione. Senza mai perdere il suo stile impeccabile». 

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