Raspadori, l'Italia pesca il Jack azzurro

Pronto per guidare l'attacco della Nazionale

Raspadori
Raspadori
di Bruno Majorano
Sabato 14 Ottobre 2023, 09:09 - Ultimo agg. 15 Ottobre, 16:05
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Giacomino è il fagiolo magico. Quando l'accento può fare tutta la differenza del mondo. In questo caso è proprio così, perché Raspadori è davvero il fattore magico della Nazionale di Luciano Spalletti. Nel Napoli gioca a singhiozzo (solo tre volte è partito dal primo minuto), ma nell'Italia è un punto fermo, anzi fermissimo. Il ct lo ha coccolato fin dal suo primo giorno, quando ha fatto capire, senza troppi giri di parole, che l'attaccante buono per tutte le stagioni è quel ragazzino che Roberto Mancini aveva deciso di portare a Euro 2020 come una mascotte da far crescere nel segno dell'azzurro.

Detto, fatto. Cambiato il ct, la musica per Raspadori è rimasta sostanzialmente la stessa. D'altra parte Luciano Spalletti lo conosce bene. Insieme hanno vinto lo storico scudetto con il Napoli la scorsa stagione e adesso sognano in grande con un altro azzurro addosso, quello della Nazionale. Nell'Italia Raspadori non si tocca. Spalletti lo considera un punto fisso, che sia dall'inizio o a partita in corso. E già stasera contro Malta può essere la sua grande occasione. Senza Immobile e Retegui (entrambi infortunati) sono Giacomino e Scamacca a contendersi una maglia da titolare.

E l'impressione è che a Bari possa essere proprio l'attaccante del Napoli a partire dall'inizio. Lui che un 9 non è, ma ha i movimenti del centravanti e soprattutto sotto porta sa essere letale. È vero, nel Napoli fino a oggi ha segnato solo un gol, ma che gol: quello del Ferraris che di fatto ha dato il la alla rimonta azzurra sul Genoa. Piedi buoni, mente rapida e senso della porta: Raspadori incarna tutte le caratteristiche del centravanti moderno, quello di movimento, che sa fare gol, ma sa farne fare anche ai compagni. Insomma, un piccolo grande tesoro per gli allenatori e la squadra. Il fagiolo magico, appunto, che si pianta al limite dell'area avversaria e porta benefici a tutti.

Inutile negarlo, tra rendimento personale e rendimento di squadra, Raspadori a Napoli non sta vivendo un magic moment, eppure una volta varcati i cancelli del centro tecnico di Coverciano, il sorriso è tornato prepotentemente a fare capolino sul volto dell'attaccante. Questione di feeling: a partire da quello con il ct, quello Spalletti ritrovato dopo l'avventura napoletana. Luciano gli chiede di fare più che il centravanti. Vuole che sia il collante tra il centrocampo e l'attacco. Vuole che si muova. Per questo lo lascia libero da gabbie tattiche. Meglio che uno come Raspadori sia slegato da tutto e da tutti. L'ultimo gol azzurro è datato settembre 2022, contro l'Ungheria in Nations League. Ma Raspadori ha già dimostrato di saperci fare anche contro i gigantoni inglesi, come in occasione della Nations del 2022. Insomma, attaccante senza macchia e senza paura. Brevilineo ma non per questo mingherlino. Si infila tra le maglie della difesa avversaria e sa fare centro.

Ecco su cosa vuole far leva Spalletti che lì davanti è in totale emergenza. I suoi attaccanti sono venuti meno uno dopo l'altro, come i dieci piccoli indiani di Agatha Christie: Immobile e Retegui prima delle convocazioni, poi Zaccagni e Chiesa per infortunio, in fine anche Zaniolo per le note vicende legate al calcioscommesse. A Lucianone non resta che affidarsi al suo usato garantito, ovvero Raspadori. Con la speranza che si trasformi davvero lui nel fagiolo magico, capace di risollevare le sorti di una Nazionale alla disperata ricerca di un guizzo per tornare a sorridere, almeno sul campo di gioco.

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