Se alla fine resta soprattutto il rammarico vuol dire che la strada è davvero quella giusta. A sette minuti dalla fine infatti la Salernitana vede svanire la possibilità di vincere in casa della Roma, ma il 2-2 delll’Olimpico significa comunque proseguire il percorso di crescita e fermare un’altra big dopo Juventus, Lazio, Inter, Milan, Napoli e Atalanta.
Se da una parte la squadra conferma nuovamente di aver raggiunto un livello molto alto di maturità, dall’altra invece Candreva e Dia confermano per l’ennesima volta che sono loro gli uomini chiave per Paulo Sousa. Gli uomini decisivi.
Matic decisivo nel finale: perché proprio l’equilibrio tattico e la capacità di saper affrontare i vari momenti della partita hanno permesso alla Salernitana di giocare con personalità in casa della Roma. Senza alcuna paura. Che vuol dire non concedere quasi nulla. Al di là del momentaneo pareggio subito al 47’, rete di El Shaarawy dopo la ribattuta di Ochoa sulla punizione del neo entrato Pellegrini, i granata prima e dopo consentono soltanto qualche tiro dalla distanza (31’ El Shaarawy e 34’ Zalewski) e qualche occasione da palla ferma (nel recupero di primo tempo annullata una rete a Ibanez per un tocco di mano di Belotti).
Nel finale, però, nascono i primi problemi, quelli che negano la vittoria alla Salernitana. Ma non il pareggio. Perché se all’83’ Matic di destro cambia nuovamente il punteggio, al 91’ Cristante non riesce a sfruttare al meglio l’unico spazio centrale concesso dai granata nel corso degli otto minuti di recupero.
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