L'arbitro napoletano ucciso dal treno:
era uno stalker in fuga dai carabinieri

L'arbitro napoletano ucciso dal treno: era uno stalker in fuga dai carabinieri
di Benedetta Lombo e Chiara Marinelli
Sabato 7 Marzo 2020, 09:30
3 Minuti di Lettura
È morto nel giorno del suo 31esimo compleanno, travolto da un treno in corsa. Il corpo martoriato di Antonio Martiniello, ex arbitro originario di Napoli, era sui binari; a pochi metri di distanza i carabinieri hanno recuperato il braccialetto elettronico che dal 14 febbraio scorso lo costringeva a restare nella sua abitazione di via Pergolesi e che il giovane non sopportava più. Ed erano stati gli stessi carabinieri, pochi minuti prima del tremendo impatto, a bussare ripetutamente alla sua porta. Dovevano notificargli l'aggravamento della misura cautelare, sarebbe finito in carcere, ma questo Martiniello, quando ha deciso di fuggire di casa non lo sapeva ancora, nessuno glielo aveva detto.

A inizio del mese scorso il suo nome era iniziato a circolare perché era stato raggiunto da un Daspo di un anno per aver colpito un giocatore con una testata. Il giorno di San Valentino, invece, era finito agli arresti domiciliari per stalking, lesioni aggravate continuate e violenza privata nei confronti della ex compagna che ora vive in una comunità protetta. Un'accusa che lui aveva sempre rigettato, anche davanti al Gip.

Nei giorni scorsi i carabinieri erano tornati nella sua abitazione perché il braccialetto elettronico aveva manifestato dei malfunzionamenti e in quell'occasione avrebbe aggredito verbalmente i militari. Dopo questo episodio la Procura aveva chiesto l'aggravamento della misura e ieri in tarda mattinata era arrivato il via libera del Gip. Verso le 16 i carabinieri sono andati nella sua abitazione in via Pergolesi a Porto Potenza, a due passi dalla statale adriatica, per notificargli il provvedimento ma Martiniello si è barricato in casa.

«Non rispondeva nemmeno a me - ha detto dopo il dramma il suo avvocato Gabriele Galeazzi - così abbiamo deciso di chiamare i vigili del fuoco e l'ambulanza». Di lì a poco si sarebbe consumata la tragedia. Mentre militari, vigili del fuoco, vigili urbani e sanitari del 118 aspettavano davanti all'ingresso, Martiniello è uscito da un balcone dall'altra parte dell'immobile, si è calato nel terrazzo sottostante, ha rotto il vetro della finestra ed è entrato nell'abitazione della vicina di casa, per poi scappare verso la ferrovia che era a 200 metri da casa. In base alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti grazie alle testimonianze raccolte, l'ex arbitro avrebbe attraversato la Statale, raggiunto la ferrovia e dopo aver scavalcato la recinzione all'altezza di uno stabilimento, si sarebbe buttato sotto ad un treno che in quel momento era in transito in direzione Ancona. Il macchinista non ha potuto fare nulla per evitare l'impatto. Inizialmente era stata allertata anche l'eliambulanza, ma è stata fatta rientrare, impossibile ogni tentativo di soccorrerlo.

L'area è stata transennata, sul posto è intervenuto anche il pm di turno, Enrico Riccioni che, dopo i rilievi del caso, ha disposto che la salma fosse trasferita all'obitorio dell'ospedale di Civitanova dove questa mattina verrà eseguito l'esame esterno. I genitori di Martiniello e la sorella, straziati dal dolore hanno raggiunto il luogo della tragedia.

Non sono mancati momenti di tensione, con i genitori in lacrime e pieni di rabbia per quello che era appena successo. 

Nel piazzale che si trova davanti a via Toscanini sono arrivati anche gli amici del giovane. Lacrime e rabbia per una tragedia che qualcuno temeva potesse accadere e che per altri invece è stato un fulmine a ciel sereno. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA