Salernitana, intervista a Norbert Gyomber: «Undici capitani per la salvezza»

«Ho lottato tanto per farmi trovare pronto, ho superato momenti difficili e infortuni»

Norbert Gyomber
Norbert Gyomber
di Pasquale Tallarino
Giovedì 23 Febbraio 2023, 08:29 - Ultimo agg. 17:45
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Un quarto d'ora alle 14, Norbert Gyomber ha le ciabatte ai piedi fumanti al termine dell'allenamento e il sudore che gli riga il volto. Prima del riso con il pollo, mastica parole, concetti, obiettivi. Ha le idee chiare come le sue pupille, la prima domanda la corregge in tackle: «Importante? Di più: la prossima partita è molto importante». Nella sua carriera e in particolare nel tratto già lungo, già da veterano di carriera trascorso a Salerno, nessuno gli ha regalato niente. Promozione e salvezza, posto in squadra e forma fisica, contratto e galloni da capitano: quando è capitato, ha stretto la mano, ha guardato negli occhi, si è emozionato, ha strappato il premio digrignando i denti. La Salernitana di oggi ha bisogno di tanti Gyomber: nessuno deve montarsi la testa, ma tutti devono contribuire a ricostruire la compattezza di gruppo, il muro delle certezze, il cammino della salvezza. 

 

Gyomber, vi attende una partita importante. Ne avete preso consapevolezza?
«Nello sport esistono le frasi fatte e i modi di dire, ma talvolta non è così: contro il Monza ci aspetta una partita davvero importante, fondamentale per il nostro cammino. Noi non possiamo aspettare troppo, dobbiamo essere realisti: la Salernitana ha bisogno di punti e noi dobbiamo conquistarli subito.

Non esistono titolari e riserve, giovani e vecchi: esiste il gruppo. Tutto il gruppo e tutti i suoi componenti, dal primo all'ultimo, possono e devono dare tutto per questa maglia, per questo obiettivo, per la nostra salvezza».

Paulo Sousa ha parlato di aspetto tecnico ma soprattutto mentale, caratteriale. Come si svolta verso la salvezza?
«Conta l'atteggiamento: si può sbagliare il cross, il passaggio, l'assist, il tiro ma non possiamo sbagliare i comportamenti. Dobbiamo metterci in testa di lottare su ogni pallone, perché ogni pallone può essere quello giusto, quello decisivo. Più ci crediamo, più lottiamo e più ci riusciremo. È questa la strada giusta: l'atteggiamento segna il confine e fa la differenza». 

Se domenica potesse clonare una sua partita top, sceglierebbe Salernitana-Empoli di B o Salernitana-Fiorentina di A?
«Erano due squadre diverse: nel primo caso lottavamo per la promozione in A e nel secondo eravamo in una fase di slancio e di entusiasmo, nel pieno di un percorso. Vi restano in mente queste partite e magari nel primo caso il mio tackle su Terzic che aspetto a metà e campo. Nell'altro caso, può restare in mente la bolgia, il pubblico che ci spinse, una squadra in grado di trascinare. Mi prendo tutte le cose positive del mio passato e le porterò con me. Come migliore partita, dal punto di vista personale e di squadra, mi viene in mente anche un ricordo recente: Salernitana-Spezia, vittoria di misura ma ottenuta con lotta, aggressività, compattezza, come piace a me. La scorsa stagione, da febbraio in poi, ogni partita è stata una finale e l'abbiamo interpretata per migliorare sempre, un passo in più ogni volta. Dobbiamo rifarlo».

Avete l'impressione che Spezia e Verona guardino proprio a quel formato 7% come modello di resilienza per la propria rincorsa?
«Noi sappiamo come si rimonta ma sappiamo anche come si resiste. Dobbiamo vincere e allontanarci da questa posizione scomoda di classifica. Dobbiamo farlo per la città, per la società, per noi stessi. Ripeto, ribadisco: dobbiamo avere un atteggiamento diverso in ogni contrasto e su ogni pallone».

Però prendete gol: che succede alla vostra fase difensiva?
«Compattezza e impegno di tutti. Se difendiamo quattro, cinque e gli altri ci guardano, possiamo fare più fatica. Allo stesso modo, se ci sono gli attaccanti che aspettano e non li supportiamo, i compagni che devono provare a segnare ne risentono. Se lavoriamo ciascuno per l'altro, ne veniamo fuori».

Ci sono molti difensori centrali. Avete caratteristiche simili?
«Secondo me non ci sono giocatori uguali. Proprio perché diversi uno più bravo nel palleggio, l'altro nella marcatura possiamo essere complementari e fare bene. Ma siamo incompleti senza l'attenzione: occhi spalancati sul nostro obiettivo».

Maggio 2021, Salernitana-Monza di Serie B. Lei è l'unico punto di contatto con quella partita. Balotelli disse a Mota: punta Gyomber, quello scarso. Ricorda?
«Non lo ascoltai in campo, lo lessi da giornali e ascoltai in tv. Se lo ha detto, ha sbagliato, perché noi poi raggiungemmo l'obiettivo. Ritengo di avere caratteristiche precise, utili ad esempio nell'uno contro uno».

Sarà il difensore più esperto tra quelli disponibili per la sfida al Monza. Pronto a dare una mano?
«Non ci sarà Troost-Ekong per infortunio, Bronn è squalificato. Sono pronto, se il mister vorrà. Ho lottato tanto per farmi trovare pronto, ho superato momenti difficili ed infortuni. Ci attendono sfide da vincere: abbiamo fatto tanta fatica per conservare l'anno scorso questa categoria e daremo fondo a tutte le nostre energie per tenercela stretta a Salerno».

Lo faceste in una notte da incubo e poi magica. Ricorda il suo 22 maggio?
«Ho la pelle d'oca ancora adesso e se ci penso mi emoziono. È stata la gioia più grande della mia carriera, è stata la festa della squadra, la gente era parte di noi e viceversa». Ringraziò Nicola per avervi condotto all'impresa. In una stagione e mezzo, lei è al terzo allenatore. Le differenze? «Si fa bene insieme e si fa male sempre insieme. Mi legano al mister Nicola i ricordi della salvezza. Adesso non è più alla Salernitana e siamo convinti di poter fare molto bene con il nuovo allenatore, Paulo Sousa. Ciascun allenatore aveva la sua idea: con Castori era importante correre e buttare palla avanti per Djuric. Ci diceva che il nostro miglior giocatore era lo spazio. Anche per Nicola era importante la conquista degli spazi. Sousa ci chiede la costruzione dal basso, l'intensità, il ritmo. Tutti ci hanno dato qualcosa, ma adesso dobbiamo dare di più noi giocatori. Dobbiamo voltare pagina e centrare l'obiettivo salvezza».

Quanto ha desiderato il rinnovo contrattuale?
«Tantissimo e con tutte le mie forze. In quella data, 2025, ci sono i miei sforzi. Volevo solo la Salernitana».

86 presenze in granata. Quando segnerà?
«Spero di realizzare un gol presto ma non è un mio assillo: segni chiunque e vinca la Salernitana. Conta solo questo».

Ha indossato anche la fascia di capitano. Sente di essere una delle guide di questo gruppo?
«La fascia mi ha emozionato e reso orgoglioso, ne ho avuto grande rispetto. Nello stesso tempo, voglio stare nelle retrovie a sudare e lottare: è quello che so fare meglio. Preferisco 11 capitani, trasciniamoci reciprocamente e la Salernitana svolterà».

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