Salernitana, Iervolino furioso:
Nicola rischia, riflessioni in corso

Salernitana, Iervolino furioso: Nicola rischia, riflessioni in corso
di Pasquale Tallarino
Lunedì 3 Ottobre 2022, 09:07 - Ultimo agg. 13:03
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Patron Iervolino ha sfogato il proprio disappunto battendo a più riprese i pugni sul poggia mani della poltrona che lo aveva accolto, in tribuna autorità. Poi ha lasciato furioso il Mapei Stadium: era incollato al telefono e ha inaugurato le prime, decisive consultazioni.

È cominciato il toto allenatore. Il nocchiero della Salernitana, Davide Nicola, è in discussione, in bilico. La società ha aperto ieri una riflessione a tre voci con un summit fino a tarda notte: il presidente, l'amministratore delegato Milan che ha il contratto di Nicola sotto mano (900mila euro per due anni) e il ds De Sanctis. C'è chi spinge per aprire l'ombrello subito con un nuovo manico. Decisiva come al solito è la volontà di Iervolino, che aveva già mostrato insofferenza dopo la sfida al Lecce. Però c'era stato un cuscinetto: la pausa del campionato come reset. Era stato fissato un obiettivo minimo: da 4 a 6 punti in tre partite, compresa la sfida all'Inter. La prima tappa di avvicinamento al mini obiettivo è stata disastrosa e adesso il vento del cambiamento soffia fortissimo, in casa granata. Già la pausa per le Nazionali era servita al club per riflettere e magari tenere sotto osservazione alcuni allenatori. Andreazzoli, Ranieri (che piace anche alla Samp per il post Gianpaolo) Di Francesco: oggi gli spifferi sul primo giro di orizzonti avviato diventano legittimi dubbi, candidature. La prima dura presa di posizione è arrivata proprio da De Sanctis.

Intervistato da Dazn, ha fornito più motivazioni calcistiche alla «profonda insoddisfazione» in seno al club granata. Proprio mentre Nicola usava il «noi» e invitava ad analisi «lucide» chiedendo di «non distruggere», il dirigente ha pronunciato parole che sono parse di evidente insofferenza: «C'è stata una prestazione deficitaria sotto tutti i punti di vista - ha detto - Il risultato è anche giusto per quel che si è visto in campo. Dobbiamo chiedere scusa e ricominciare a lavorare forte e meglio, perché nell'ultimo periodo non siamo stati all'altezza dei nostri quattromila tifosi che ci hanno seguito in massa anche a Reggio Emilia.

Punti persi? Sì, i sette punti in otto partite sono un elemento che ci lascia profondamente insoddisfatti. Dobbiamo migliorare sotto il profilo agonistico ma anche tattico. Parlare di obiettivi di fine stagione per noi non è una cosa necessaria adesso, è fuori luogo: quello che abbiamo sempre detto fin dall'inizio del torneo è di cercare di essere determinanti nell'atteggiamento. La squadra ha dimostrato che la fase difensiva era improbabile in Serie A. Sono innegabili le qualità del Sassuolo, che non hanno visto una nostra opposizione. Ti succede qua, ma ti può succedere col Verona alla prossima ed è successo già col Lecce. Bisogna lavorare sull'atteggiamento, altrimenti ci creiamo difficoltà che non vorremmo avere». 

 

Fa riflettere la sequenza, il film indicato da De Sanctis come possibile spettro e scenario: è accaduto lo ha detto lui - sta accadendo e può succedere ancora. Significa che la strada indicata in questi casi, cioè il lavoro ad oltranza, potrebbe non convincere più. L'allenamento anticipato (per ora solo quello, valutazioni in corso per il ritiro prolungato) ad oggi è un pannicello caldo, se vengono meno sponde, fiducia, se tira aria di reset. La Salernitana è dentro le sabbie mobili e la sfida all'Hellas Verona diventa molto delicata. Dopo il match è stato sufficiente osservare vari conciliaboli per comprendere. Mazzocchi ha colloquiato per molto tempo con Migliaccio, davanti al pullman sociale. Poi lo ha fatto Bonazzoli. Nella conferenza di presentazione, l'allenatore aveva detto di doversi concentrare solo sul proprio ruolo «poi magari altri riescono ad essere multitasking». Non è chiaro (almeno non ufficialmente perché Nicola non ha fatto cognomi) se fosse una stoccata o meno, ma la proprietà della Salernitana vuole in ogni caso che i propri sforzi in campagna acquisti siano legittimati da un rendimento buono in campionato e da un gioco brioso, frizzante, audace. Ora la proprietà riflette sulle sculacciate subite e sugli stenti in Emilia. L'anno corso Castori perse con il Sassuolo e cominciò a vacillare, prima dell'esonero dopo un altro paio di curve. Era ottobre, potrebbe essere di nuovo il mese del «nuntereggae più».

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