Salernitana, l'Arechi resta un tabù:
solo una vittoria nello stadio di casa

Salernitana, l'Arechi resta un tabù: solo una vittoria nello stadio di casa
di Pasquale Tallarino
Venerdì 1 Aprile 2022, 08:44
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La marcia di avvicinamento a Salernitana-Torino prosegue al Volpe. Oggi pomeriggio la squadra svolgerà l'allenamento di rifinitura. «L'ho visitato ma confesso che non mi piace», disse il patron Iervolino (domani festeggerà il suo 44° compleanno), dopo i sopralluoghi effettuati in città per conoscere le strutture sportive a disposizione del club. Piccolo, angusto eppure funzionale, stavolta sbloccherà l'impasse, in piena emergenza: l'allerta meteo e il temporale delle ultime ore non consentono di utilizzare il terreno di gioco del Mary Rosy (già ieri la Salernitana si è allenata in larga parte in palestra) né di calpestare l'erba naturale dell'Arechi, che va preservata per la sfida al Torino. «Confesso che mi piace poco la difesa a tre», ammetteva il direttore sportivo Sabatini. Adesso, però, Davide Nicola cerca nuove strade, nuove soluzioni ed è necessario blindare non solo gli allenamenti ma anche le partite, la difesa, i risultati.

L'insidia maggiore, in coabitazione con il maltempo, è il recupero dei giocatori che sono reduci dagli impegni con le Nazionali. Valutazioni diverse per Kastanos e Lassana Coulibaly: il primo, rientrato a Salerno ieri sera, è a disposizione, ha effettuato controlli, ma è debilitato da sintomi influenzali che lo hanno costretto a gestirsi anche da calciatore di Cipro; Lassana, invece, è rientrato nei ranghi, può ritornare a giocare da frangiflutti ma Nicola vorrà attendere l'ultimo allenamento utile e tiene comunque in preallarme Obi per farlo giocare vicino ad Ederson.

L'Arechi è diventato un tabù - ultima vittoria il 2 ottobre contro il Genoa - e la Salernitana deve assolutamente infrangerlo. Nessuna squadra di Serie A è a digiuno di vittorie in casa da più turni dei granata: in totale 10, come il Venezia. Dopo sei ko di fila, la cura Nicola ha prodotto gare più vivaci ma non è riuscita a porre freno alla fragilità difensiva: 4 pareggi (il primo di Colantuono, contro lo Spezia). Il paradosso è che la Salernitana ha realizzato sette gol nelle ultime quattro gare interne di A (media di 1.8 gol a partita). Dunque ha ravvivato la casella dei goleador - era rimasta a secco nelle precedenti 5 gare in casa - ma non riesce a proteggere Sepe. Dovrà farlo domani sera, approfittando dei limiti che il Torino ha comunque palesato. Insieme al cavalluccio, la squadra di Juric è una delle tre compagini (l'altra è l'Empoli) senza vittorie dall'inizio di febbraio. Per il Toro, in particolare, è un periodo di grande difficoltà: ha ottenuto meno punti di tutti, da febbraio in avanti, appena tre. La crisi di punti si trasforma in «grande sete» in trasferta: è datato 15 gennaio (gol di Singo e Praet) il suo ultimo exploit. Il Torino inoltre non è andato a segno in otto delle ultime undici trasferte di A: da inizio ottobre, nessuna squadra ha fatto peggio dei piemontesi nei cinque grandi campionati europei (otto partite esterne senza reti anche per l'Osasuna). Dunque il Toro può e deve essere battuto.

È la prima di dieci finali, la Salernitana può costruirsi un varco e puntare anche ai jolly contro Udinese e Venezia a patto che cambi marcia, che trovi il risultato pieno. Nicola ha ristrutturato l'ossatura base. Si affida a Radovanovic non solo perché occorre mastice in retroguardia ma anche perché per le volate salvezza occorrono pure temperamento, caratteristiche di lotta, cattiveria agonistica. Il giocatore serbo può essere ago della bilancia: supporto agli stopper e doti di leadership. Vale anche per Djuric, il gigante al quale si è aggrappata spesso la Salernitana all'Arechi. Mazzocchi a destra, Ruggeri a sinistra avranno compiti da stantuffo. Di contro, il Torino ha recuperato Brekalo - è risultato negativo al tampone, ha ripreso gli allenamenti e domani ci sarà - ma ha perso Djidji in difesa. È ballottaggio Izzo-Zima per la sua sostituzione ma il primo, uno degli obiettivi di mercato della Salernitana a gennaio, è in vantaggio. Sarà un ritorno al passato per Davide Nicola. Con il granata del Torino sulle spalle, infatti, ha segnato da calciatore il gol promozione nei playoff di Serie B, nel 2006, contro il Mantova. Ha allenato il Toro, poi ha lasciato. È come se lui e Juric si rincorressero, le loro carriere paiono sovrapporsi: hanno allenato entrambi il Torino, ma anche il Genoa e pure Crotone, del Grifone sono stati giocatori e sono entrambi passionali. Sarà una partita da vivere ad alta intensità emotiva, sul filo dell'errore. L'ultima spallata, però, dovrà essere della Salernitana: i suoi tifosi attendono da tanto, troppo tempo.
 

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