Salernitana, i granata al bivio: è countdown decide Iervolino

Il patron valuta due o tre candidati all'acquisto della squadra

Iervolino, presidente della Salernitana
Iervolino, presidente della Salernitana
di Alfonso Maria Avagliano
Martedì 14 Maggio 2024, 09:22
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Il countdown è partito e scadrà sabato 17 agosto. È la data d'inizio della Serie B 2024/25 che ieri la Lega presieduta da Mauro Balata ha fissato in assemblea: il campionato cadetto che il giorno prima comincerà il col tradizionale anticipo inaugurale vedrà la disputa di 4 turni infrasettimanali e dei B-day del 26 dicembre e primo maggio.

La Salernitana sarà di nuovo ai nastri di partenza dopo tre anni di assenza. Vi parteciperà inevitabilmente con i galloni della favorita per i vertici. Con quale proprietà a guidarla? Scorretto affermare che il club sia in vendita, altrettanto sbagliato dire che Iervolino non voglia saperne di cedere.

Le valutazioni

Il patron si è preso i suoi tempi e sta valutando assieme ai consulenti soprattutto finanziari due o tre candidature che si sono palesate negli ultimi mesi. Sono in “cottura”, però non è detto che le pietanze saranno impiattate e servite. Il massimo dirigente, più che la solvibilità economica dell'interlocutore, comunque fondamentale, valuterebbe di passare la mano solo in presenza di un'offerta seria che contempli un progetto sportivo importante, dettagliato e possibilmente migliore del suo.

Allo stato attuale, solo da un fronte (estero) sarebbe stata alzata la mano con potenziali caratteristiche congrue, tutte ancora da esaminare. Improprio parlare di proposte di acquisto o trattative in corso. Dialoghi, quelli sì. Ma non proseguiranno all'infinito. Per una questione di mera tempistica, se entro fine mese non ci fossero impennate, sarebbe da considerare rimandato ogni discorso a tempi migliori, magari all'estate 2025. Ammesso che Iervolino voglia lasciar perdere la Salernitana. Spifferi palmesi lo raccontano rinfrancato dalla prestazione di Torino, che se da un lato fa arrabbiare lui più di ogni altro tifoso, indirettamente gli dà pure timida conferma che forse c'era un fondo di verità in quel «la squadra non è più scarsa dell'anno scorso» pronunciato a ottobre.

Gli scenari

Gli errori sono stati altri, dalla gestione ballerina di casi scomodi (ma all'ordine del giorno nel calcio, Dia il più clamoroso) alla litigiosità interna e con l'esterno, fino a qualche puntello alla rosa che andava messo al posto giusto tra luglio e gennaio. Al netto di ciò che succederà da qui a quindici giorni (percentuali alte di permanenza e rilancio da parte del patron), la Salernitana ha visto dimezzare il suo valore. Tenendo conto che non ha centro sportivo di proprietà, riavvolgendo il nastro al finale dello scorso torneo la valutazione della società avrebbe potuto aggirarsi attorno ai 70 milioni, con un titolo sportivo consolidato in massima serie, un potenziale di ricavi tra botteghini e merchandising di oltre 10 milioni e diritti tv per quasi 35, senza considerare il valore del suo parco giocatori all'apice in quei mesi.

Le cifre

Con la retrocessione quasi si dimezza tutto, dal costo massimo da fissare sui cartellini dei calciatori (fatte le dovute eccezioni come Tchaouna, preso a zero e prossimo ad essere oggetto di un'asta) ai ricavi da stadio. Drastico taglio dei diritti tv: nell'esercizio corrente la Salernitana si assesterà sui 28-30 milioni, in B scenderà a circa 7 anche se per la prossima stagione vanno ancora assegnati (trattative in corso con i broadcaster, possibile prosecuzione del duopolio Sky-Dazn).

Insomma, mettendosi nei panni di Iervolino sarebbe lecito chiedere 30-35 milioni per la cessione oggi. Varrebbe la pena, se si riuscisse nel giro di un paio d'anni a riportarla in massima divisione con una gestione virtuosa? La situazione patrimoniale della società non è rosea ed è normale, dopo i due anni e mezzo di “start up”.

Ma neppure si può dire che sia in preoccupante affanno. Il bilancio chiuderà in passivo pure al 30 giugno 2024 di circa 30 milioni ma l'esposizione debitoria sembrerebbe ben controllata. Peraltro, a copertura delle uscite di cassa, oltre alla tasca di Iervolino (pronto a immettere altri 15 milioni a giugno, nda) ci sarebbero le previsioni di entrate, tra cui paracadute e soprattutto introiti dalle cessioni.

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Dia, Tchaouna, Pirola, Coulibaly, Daniliuc, più i 2 milioni certi in arrivo dal Genoa per il riscatto di Bohinen: Iervolino spera di ricavare almeno 40 milioni dall'insieme di queste operazioni in uscita. Ecco perché sarà fondamentale ingaggiare un direttore top che conosca la categoria e sappia vendere bene. Angelozzi e Sogliano sono i primi della lista, ancora in lotta con le rispettive squadre per non retrocedere. Va da sé che in questo momento intavolare discorsi approfonditi con entrambi sarebbe impossibile, oltre che scorretto. Proprio Sogliano sarà all'Arechi da avversario lunedì col Verona.

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