«Prevale sempre il senso di responsabilità e sono preoccupato, come lo sono i tifosi. Non vedo, però, una involuzione della Salernitana e non ravviso un problema di modulo. Servono, invece, più attenzione e più cattiveria. Lo farò capire ai giocatori».
L'analisi
Dopo aver chiesto chiarimenti all'arbitro a centrocampo per il supplemento di recupero non concesso, Martusciello fornisce a propria volta spiegazioni sulla crisi granata. Passeggera? Nel breve periodo, la sconfitta di Cremona fa rumore quanto la precedente, contro lo Spezia. Restano, però, i cinque punti in cinque gare, se si considera il blitz di Palermo. Il problema è che i difetti emergono: la Salernitana in campo si sfalda e poi si sveglia quando ormai l'avversaria è passata all'incasso. Perdura il problema del gol, che condiziona. Tutte le strade portano a Simy e al ballottaggio con Torregrossa, vinto dal nigeriano. «Rifarei la scelta di Simy dal 1' - dice l'allenatore granata - Lo sceglierei ancora, perché vedo i giocatori in allenamento. Ho deciso di gestire Torregrossa e di utilizzarlo dall'inizio contro il Cesena. Lui era già a conoscenza di questa scelta. La doppia punta è un discorso relativo: oggi più offensivo di così Per l'assalto finale, mi sono appoggiato anche su Wlodarczyk, Braaf, Kallon e sappiamo che se lo facciamo, perdiamo equilibrio. A mio avviso, finché Amatucci ha retto, la squadra è riuscita a tenere botta. Abbiamo preparato la gara sulla velocità per far uscire fuori giro la Cremonese, ma non abbiamo però avuto la cattiveria necessaria. Il gol subito in modo ingenuo ci ha fatto disunire e ha creato nervosismo. Era evitabile anche il secondo gol: la Cremonese ci attaccava in un modo preciso e le avvisaglie c'erano già state. Proviamo dispiacere, perché il primo tempo non è stato all'altezza. Abbiamo ascoltato i cori di sprone dei tifosi a fine gara ed a loro chiediamo scusa. Proveremo a fare meglio martedì, nel turno infrasettimanale».Castori in tribuna
In tribuna c'era Fabrizio Castori: ha osservato, l'ex tecnico granata aspetta la chiamata da un club di B, allo stadio Zini di Cremona era in aggiornamento professionale. Va detto, scritto, precisato: al momento di scegliere l'allenatore in estate, dopo l'addio a Sottil, il ds Petrachi ha già fatto una scelta di campo, puntando su un mister che lui ha ritenuto fautore di un gioco propositivo e con un codice riconoscibile. Però adesso la Salernitana deve ritrovare il filo, insieme ai punti. Il club granata non butta via tutto dopo due gare, però si interroga, è consapevole che vi siano difficoltà, evidenti. Squadra e tecnico insieme devono uscirne, altrimenti parafrasando Martusciello, il calcio è un giochino spietato e alla fine occorre la terapia d'urto. Punti, servono punti. Passano per i giusti comportamenti, pure per una reazione caratteriale, immediata. All'orizzonte c'è il Cesena, gara delicata perché la squadra deve soprattutto guardare alle proprie spalle, alla zona salvezza. «Cesena non è partita chiave - dice Martusciello - è solo la partita più vicina. Va affrontata con la miglior prestazione di sempre. Dobbiamo cercare di vincere. So che sono in discussione, nel senso che lo sono sempre stato, dal 10 luglio. Se poi l'ambiente mi mette in discussione, fa parte del gioco del calcio. Io, però, vado avanti con le mie idee e di più non posso fare, non può essere la mia preoccupazione».Le ripartenze
Petrachi all'intervallo ha provato a scuotere il gruppo, ha strigliato tutti nello spogliatoio. Che cosa accade, dentro la Salernitana e in campo? L'allenatore granata risponde con un'altra domanda: «Non accade nulla. Notate che stia succedendo qualcosa? Abbiamo incontrato un avversario che ha sfruttato due, tre occasioni concesse. Hanno fatto gol in ripartenza, perché noi siamo squadra che propone gioco. Il risvolto della medaglia è che talvolta ci facciamo trovare aperti, scompaginati. Non noto una involuzione. Braaf è un ragazzo giovane che ondeggia tra partite buone e meno buone. A mio avviso anche Tello ha fatto buona prestazione, ma il discorso è che da lui ci si aspetta di più perché è un calciatore caratteriale. Non è un giocatore da due gol a partita. Nessuno ha insinuato il discorso della Serie A: non ne ho parlato io né la squadra ha ingombrato il campo con la Serie A. I ragazzi vogliono raggiungere il massimo e in un campionato ci può stare di vivere condizioni in cui fai meglio e altre in cui non riesci a dare il massimo».