Avanti Sarri: «A muso duro e con follia ci spingerà tutta Napoli»

Avanti Sarri: «A muso duro e con follia ci spingerà tutta Napoli»
di Roberto Ventre
Sabato 13 Febbraio 2016, 11:33
5 Minuti di Lettura
Castel Volturno. Un vero condottiero. Tocca le corde del sentimento Sarri alla vigilia della partitissima scudetto con la Juve spiegando che il Napoli potrà contare sulla spinta di un'intera città e invita gli azzurri a giocarsela con quel pizzico di follia che accompagna le grande imprese.


Che vigilia è?

«Normale, una partita importante però siamo a tre mesi dalla fine del campionato».

Miglior attacco contro migliore difesa: chi vince?

«Una difesa di grande solidità è sempre una base di partenza importante: la Juve ce l'ha per abitudine, noi stiamo cercando in questa stagione di costruire le nostre certezze difensive».


Preoccupato del cambio di modulo di Allegri dalla difesa a tre a quella a quattro?

«Preoccupato mi sembra una parola grossa, non penso che cambi molto per loro anche perché quando giocano a tre molto spesso hanno scivolamenti e passano a quattro».

Come ha visto la squadra?

«Come tutte le settimane, nessuna tensione particolare, si è allenata con la solita intensità, stiamo approcciando la partita con normalità, darà grandi stimoli ma andranno gestiti con lucidità».

Cosa può fare la differenza?

«Quando si affrontano squadre con individualità di alto livello la giocata di un singolo può essere determinante: loro ne hanno tante ma neanche noi siamo messi male».

Reina ha detto che vincere a Torino sarebbe un segnale forte nella lotta scudetto...

«Sarebbe bello dare una gioia ai nostri tifosi, mi dispiace che non siano a Torino, la ritengo una grande ingiustizia perché le pene collettive non hanno senso e pensavo la stessa cosa anche quando gli juventini sono venuti a Napoli».

Buffon, Marchisio e Dybala: chi toglierebbe alla Juve o comunque chi ritiene dei tre più decisivo?

«Non toglierei nessuno. Sono tre giocatori fenomenali: Buffon ha fatto la storia, Marchisio è straordinario e Dybala importatissimo per il futuro perché ha già dimostrato a 22 anni che può determinare la partita».

Lei è arrivato tardi su una panchina di serie A, prova orgoglio a vivere partite come questa?

«Provo solo la solita determinazione a preparare la gara. Mi sento un fortunato perché sono partito dai dilettanti ma per me non è la più importante perché se non avessi giocato le 500 precedenti non sarei qui. Sangiovannese-Grosseto che decideva la C2 aveva la stessa importanza: solo dal punto di vista mediatico è diverso».

Reina, Albiol e Higuain hanno partecipato a finali Mondiali: quanto è importante la loro presenza per i vostri obiettivi?

«Il nostro obiettivo ora è la partita con la Juve che ci dà un gusto enorme perché affrontiamo la squadra che ha vinto gli ultimi 4 scudetti e padrona nella storia. Giocarcela alla pari è un motivo di orgoglio, ma non ci accontentiamo e dovremo avere la follia di andare a Torino ad imporre il nostro calcio. Loro hanno 8-9 giocatori abituati a queste partite ma anche noi ne abbiamo 3-4 che possono accompagnare i giovani».

Si vede più il suo marchio nel Napoli o di Allegri sulla Juve?

«Difficile arrivare a certe conclusioni. Penso che la gestione di Allegri del dopo Conte sia stata eccezionale, poteva essere traumatica e lui ha fatto qualcosa di straordinario».

La Juve è la prima volta che insegue, crede che possiate farle paura?


«Noi non vogliamo fare paura a nessuno ma giocare il nostro calcio perché l'esperienza ci dice che quando smettiamo di farlo diventiamo vulnerabili: questa è l'unica possibilità di uscire indenni da un campo tremendo».

Più falli, ammonizioni ed espulsioni sulla sponda juventina: il segnale di una fisicità differente?

«La risultanza di un'interpretazione diversa: noi in fase difensiva puntiamo di più sulla palla, loro sui duelli a livello individuale. Sulla fisicità abbiamo qualcosa in meno e a maggior ragione dobbiamo giocare ancora con più velocità rispetto al solito».

La Juve è più abituata alle grandi sfide, voi avete qualche altra arma in più?

«La cosa che mi farebbe più piacere è che i ragazzi si abituassero a giocare questo tipo di partite: è chiaro che l'esperienza in certe situazioni può influire ma contano anche altri fattori altrimenti potrebbe giocare Gigi Riva che tra l'altro darebbe un grande piacere...».

La vostra mentalità è stata determinante anche in fase di non possesso: sarà così anche a Torino?

«Cercheremo di farlo, ma un conto è preparare una partita, un altro giocarla: molto spesso la gente pensa che in panchina ci sia un joystick ma non è così perchè a volte gli avversari ti costringono a fare cose diverse».

Quanto è stato importante il suo atteggiamento per non far travolgere la squadra dall'entusiasmo dei tifosi?

«I tifosi del Napoli sono molto più maturi di quanto vengono descritti, hanno entusiasmo e il carattere per superare i momenti difficili».

La Juve sulle fasce con Cuadrado fa la differenza?

«Negli ultimi anni l'ampiezza è stata uno dei punti di forza della Juve, una partita difficile perché Cuadrado spesso è stato decisivo, ma anche noi con Callejon e Insigne non siamo messi male sugli esterni».

Dirigerà Orsato, che ne pensa?

«Un arbitro di assoluto valore con il quale ho avuto qualche discussione, cioè qualche scambio di opinioni, fuori dal campo: lo considero straordinario e va benissimo. Sugli arbitri esprimo sempre quello che penso e ad esempio ho fatto i complimenti ad Irrati per la decisione dell'Olimpico. Rizzoli? Anche lui di livello elevatissimo».Firmerebbe per il pari?«Sappiamo che per la nostra gente questa non è una partita normale, quindi andremo con la consapevolezza di avere uno stadio contro ma una città dietro: bisognerà giocare per i nostri tifosi che ci sono stati sempre vicini. Non firmerei mai per il pari perchè toglierebbe il gusto della sfida: andiamo a giocarcela, come si dice a Firenze a brutto muso e poi vediamo».© RIPRODUZIONE RISERVATA