Capitani, Giovanni Di Lorenzo cuore di Napoli: domani il libro omaggio con il Mattino

«Di Lorenzo è il capitano perfetto, è stato scelto dai suoi compagni»

Giovanni Di Lorenzo con la fascia al braccio
Giovanni Di Lorenzo con la fascia al braccio
di Francesco De Luca
Giovedì 24 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Novembre, 07:10
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Marcato accento toscano e cuore campano. Giovanni Di Lorenzo è nato a Castelnuovo in Garfagnana, però i suoi genitori sono originari di Bucciano, paese di 1.965 abitanti in provincia di Benevento. «E da qui partivano familiari e amici quando giocava a Matera», ricorda Samuele Ciambriello, il garante campano dei detenuti nominato e grande tifoso azzurro, nato proprio qui. A Bucciano non vedono l'ora di dedicare una festa a Giovanni, un compaesano che nell'estate di un anno fa si è laureato campione d'Europa e che capitano del Napoli al comando della serie A, la più bella realtà del calcio continentale.

Arrivando a Napoli, dopo l'esperienza ad Empoli, Di Lorenzo non immaginava di diventare punto fermo della squadra, allora allenata da Ancelotti.

Sempre presente, a meno che non vi sia un infortunio o scatti una squalifica. Questo il suo score nelle quattro stagioni azzurre: 33/38 partite, 36/38, 33/38 e 15/15 (e con 1869 minuti è il giocatore di movimento della serie A che è stato più in campo). Nella scorsa annata, quando subì un infortunio, saltò tre partite col Napoli e lo spareggio con la Nazionale per l'accesso ai Mondiali. Il Napoli fece un punto e uscì dalla lotta scudetto. Come finì per la Nazionale è cosa nota: anche stavolta guardiamo il Mondiale in tv. L'assenza di Giovanni pesa. E il discorso non è soltanto tecnico o tattico, non riguarda quella forza fisica che anima l'esterno soprannominato Robocop. Ci sono i suoi valori.

Mentre scorrevano i titoli di coda del film napoletano di Insigne, si immaginava quale avrebbe potuto essere il suo erede. C'erano due candidati: Koulibaly e Mertens. Ma il primo venne ceduto - anzitutto per sua volontà - al Chelsea e l'altro presentò una richiesta esagerata a De Laurentiiis per il rinnovo di contratto. Si doveva scegliere nel gruppo dei superstiti azzurri, quei giocatori che erano al lavoro in Trentino mentre la tifoseria appariva turbata per i continui addii. L'investitura di Di Lorenzo arrivò nel giro di poche ore. I compagni sapevano che potevano fidarsi di lui. Spiegò Luciano Spalletti: «Di Lorenzo è stato scelto come capitano dai suoi compagni, dopo che ne abbiamo persi due in un colpo solo. Un capitano perfetto. Si fa un po' di confusione sul capitano, dicendo che deve esserlo quello più anziano ma alla fine si sceglie quello che è più in sintonia con la città e la squadra. Che ha la stima dei compagni, spessore internazionale ed è un calciatore forte. Deve avere equilibrio caratteriale e comportarsi in un certo modo sia con gli arbitri che con gli avversari. E piacere anche all'allenatore. Di Lorenzo è il capitano perfetto». I migliori requisiti possibili, condivisi da chi aveva indossato a lungo quella fascia, Beppe Bruscolotti: «Giovanni la merita: è un grande professonista e un grande capitano». 

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Di Lorenzo ha un agente napoletano, Mario Giuffredi. Insieme stanno studiando il rinnovo del contratto che può consentirgli di restare in maglia azzurra ancora per anni, magari chiudendo la carriera qui. C'è da tempo l'intesa di massima con il presidente De Laurentiis e il ds Giuntoli. «Io capitano campione d'Italia come Maradona? Magari...», ha sorriso quando si è aperto il ritiro della Nazionale per le ultime due amichevoli della stagione. E lo ha detto con assoluto rispetto nei confronti di chi ha scritto la storia del Napoli. Un compagno serio e dedito al lavoro come Di Lorenzo sarebbe piaciuto a capitan Diego, che aveva una predilezione per i calciatori silenziosi che in campo si spendevano fino all'ultima goccia di sudore. E dal 4 gennaio, partita in casa dell'Inter, Giovanni ricomincia a correre verso il sogno. 

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