Di Lorenzo come Robocop:
chi lo ferma è perduto

Di Lorenzo come Robocop: chi lo ferma è perduto
di Pino Taormina
Sabato 11 Dicembre 2021, 09:00 - Ultimo agg. 19:19
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Lo chiamano Robocop. 1980 minuti senza la grazia di un sospiro. Più altri 540 minuti con la maglia dell'Italia. Impressionante. Uno che gioca da duro senza far male a nessuno, neanche con le parole. Si chiama Giovanni Di Lorenzo e contro il Leicester si è divertito persino a giocare da mediano, dopo aver fatto qualsiasi cosa. «Mi ha promesso persino trenta minuti in porta prima della fine del campionato», ride di gusto Mario Giuffredi che è il suo manager dai tempi dell'Empoli. Difficile che Giuffredi sbagli una scommessa. Lo aveva iniziato a seguire dai tempi della Reggina, prima della sua esplosione. Domani ritrova uno dei suoi maestri, quell'Aurelio Andreazzoli che più di tutti ha puntato su di lui ai tempi dell'Empoli. Una gara speciale per questo instancabile che ha già giocato 28 partite complete: 16 in campionato, 6 in Europa League e altre 6 con l'Italia. In pratica, dal 5 settembre, dove c'è una partita c'è lui. Tre mesi senza mai fare da spettatore. 

Gioca, rigioca, parte, riparte, torna, si allena, gioca ancora. A mezza strada tra uno stakanovista e un alieno, è il più presente in questo calcio tritatutto: quasi duemila e cinquecento minuti ufficiali tra Napoli e Nazionale. Nei top 5 campionati europei solo in due hanno la stessa percentuale di presenze (portieri a parte): ovvero il difensore del Lille Fonte e quello dell'Union Berlino Knoche. Che però, rispetto al terzino toscano non hanno gli impegni delle nazionali. Insomma, nessuno lo sorpassa. Nella sua frenetica esistenza, non conosce allenatore che mettano in discussione il fatto che debba giocare sempre. Senza tirare il fiato. Anche Gattuso ha rinunciato a lui da titolare col contagocce: per scelta solo due volte e peraltro contro la Real Sociedad in Europa League e con lo Spezia in Coppa Italia. Per il resto, le sue due assenze in serie A lo scorso anno sono state dettate solo dal fatto che era squalificato. «È uno che è attaccatissimo alla maglia del Napoli: sabato mattina mi ha chiamato per dirmi che non era stato bene con lo stomaco durante la notte. Io ero sicuro che avrebbe saltato la gara con l'Atalanta ma lui neppure per un istante ha alzato bandiera bianca. È un tesoro di ragazzo, ma in campo ha una determinazione che fa paura», racconta ancora il suo manager Giuffredi. Il 2022 è un anno importante per lui: lo scudetto, certo, ma anche la palpitazione per la qualificazione al Mondiale in Qatar. Ma a Castelnuovo di Garfagnana, a giugno, lo aspettano anche per un altro evento: il suo matrimonio con Clarissa.

Lui è papà di una bimba di nome Azzurra. «D'altronde prima l'Empoli, poi il Napoli e infine l'Italia. L'azzurro è il colore del suo cuore», spiega ancora il suo procuratore. Sarà tutto merito di Francesco Sinatti, preparatore atletico del Napoli, che gli ha consentito di non saltare neppure un minuto, di ingoiarsi per intero 28 partite ufficiali. L'ultima, quella col Leicester, a tutto campo. Come se niente fosse. D'altronde, nella frasi di questo favoloso difensore totale, di questo campione che gli anni e la vittoria da titolare nell'ultimo Europeo non hanno scheggiato neanche un po', si nota orgoglio artigiano e nessun sogno improbabile. «Vuole lo scudetto, lo vuole a ogni costo. Ed è convinto che quest'anno potrà conquistarlo», svela ancora Giuffredi. Il contratto è blindato: il club azzurro ha questa estate esercitato la sua opzione di rinnovo e quindi fino al 2025 è un argomento archiviato. Estimatori ne ha da ogni parte: già dopo l'Europeo in tanti si sono mossi per il difensore azzurro ma senza avere segnali positivi. Ci teneva, eccome, al passaggio del turno anche in Europa League, altro che fastidio questa coppa. «Bravi tutti! Una grande vittoria che ci permette di restare in Europa», ha scritto su Instagram l'esterno azzurro. E sotto una serie di commenti senza fine. Domani arriva l'Empoli, poi il Milan e infine lo Spezia. Per lui inutile pensare al turnover o roba di questo genere. Non sa cosa sia una rotazione. E non c'è allenatore al mondo che pensa di metterlo in panchina. 

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