Juventus-Napoli, ADL e Gattuso
lanciano lo sprint: «A testa alta»

Juventus-Napoli, ADL e Gattuso lanciano lo sprint: «A testa alta»
di Pino Taormina
Giovedì 8 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:16
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«Bravi ragazzi. Ne siamo usciti a testa alta e soprattutto mi sono divertito fino alla fine...bravi tutti!», il tweet di Aurelio De Laurentiis arriva nella serata ed è un messaggio forte e chiaro per la sua squadra. Non è come un'inversione a U, non è come un ritorno agli inferi e ad ancestrali fantasmi. Gattuso pensa positivo, non ha bisogno di caricare i suoi alla fine della partita perché vede che il morale dei suoi non è a terra. La squadra c'è, ci ha provato e ha perso. «Ci rifaremo», ripetono come un mantra nel ventre dell'Allianz. Il secondo posto resta lì a quattro punti anche se fa rabbia perdere punti così, come ieri con la Juventus. Che fa festa grande, tra canti e urla, come se davvero fosse finita ieri sera la corsa alla Champions. Pensare positivo, ecco l'ordine di Ringhio. Immediato. Perentorio. La grande occasione è sfumata, ma questo Stadium è maledetto per gli azzurri che vi hanno perso con Benitez, Sarri e Ancelotti negli ultimi 8 anni. E hanno vinto una sola volta, in quella notte magica con il balzo da giaguaro di Koulibaly che fece respirare un'aria straordinaria. Tre anni fa, ormai. Gattuso entra nello spogliatoio e trova la squadra che prova a darsi coraggio, arrabbiata per la sconfitta, ma viva. E che rumoreggia per le occasioni sprecate, per un risultato che considera ingiusto, per la sfortuna e anche per le decisione dell'arbitro. Il ds Giuntoli ha protestato, anche nell'intervallo, con Mariani perché quel contatto in area, lo sgambetto a Zielinski di Alex Sandro solo lui non lo ha visto (e il Var non lo ha aiutato a rimediare alla clamorosa svista). No, quello era rigore netto, nettissimo, impossibile da non dare. Saranno giorni di polemiche, perché avrebbe cambiato il senso di ogni cosa. Ma tant'è. Pensare positivo, anche se oggi è un altro giorno di tamponi con la grande paura che qualcuno sia positivo. Gattuso aspetta Riccio, il suo braccio destro e i match analist che gli mostrano i dati: la squadra ha assediato la Juve nella ripresa. Parla alla squadra, poche parole. «Ragazzi, non è successo niente, nulla è perduto, siamo ancora lì.

Adesso pensiamo subito alla Sampdoria e a come riscattarci». 

 

Doveva giocarsi a ottobre, questa gara che adesso si è finalmente giocata. Una partita infinita. Vinta a tavolino il 22 dicembre da De Laurentiis e dall'avvocato Lubrano al collegio di Garanzia del Coni, persa sul campo dal Napoli. Un po' fa rabbia. Perché mica è stato semplice giocarla questa partita che in pochi, nel calcio italiano, pensavano fosse giusto che dovesse essere disputata. Tanta fatica per nulla, verrebbe da dire. Era stato dato il 3-0 a tavolino ma il patron azzurro non si è mai arreso per quella decisione e quelle infamanti accuse di slealtà sportiva. Fuori dal campo un trionfo, sul terreno non è andata come sperava. Tanta fatica per nulla, verrebbe da dire. Ma non è così. De Laurentiis non è venuto qui a Torino, è rimasto a Roma, ha preferito evitare spostamenti. In serata si fa vivo con dei messaggi. Gattuso è contento del suo Napoli e lo dice ai suoi. Una squadra che non ha mai pensato a strappare il punto però, si badi bene, resta ancora padrone del proprio destino. Il calendario, in questo mese, non è semplicissimo: la Sampdoria a Marassi e poi l'Inter e la Lazio in casa. Ringhio ha il fuoco dentro per questa sconfitta. Molto simile a quella rimediata a Reggio Emilia: anche quella sera la Juve sembrava a pezzi, reduce dal ko con l'Inter e invece è resuscitata. Come ieri sera. L'occasione era ghiotta, perché abbattere la Juve in casa sua avrebbe probabilmente significato mandarla a fondo in questa stagione. Ma così non è. Restano in cinque in corsa per tre posti ed è ancora tutto in gioco. 

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