Napoli, il rammarico e gli errori:
adesso obiettivo Europa League

Napoli, il rammarico e gli errori: adesso obiettivo Europa League
di Francesco De Luca
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:41
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Il Napoli ha sbagliato l’ultima partita, la più importante. Milik avrebbe potuto consegnargli la qualficazione ma ha calciato male. Ko a Liverpool e fuori dalla Champions: peccato. 

La personalità che Ancelotti aveva chiesto al Napoli per scavalcare il Liverpool e passare il turno si è vista a tratti, nei primi e negli ultimi venti minuti della partita. C'è stato un solo azzurro a giocare su livelli Champions, Koulibaly, che non a caso ha tra i suoi estimatori una big come lo United, disposta a sborsare cento milioni: ha difeso come un gigante (ma Salah lo ha preso in velocità sul gol) e ha cercato il gol nell'assalto finale. I suoi compagni sono stati timidi come non avrebbe voluto il loro allenatore. Allan si è battuto come un leone ma ha commesso errori perché doveva coprire anche i vuoti lasciati da Hamsik e Fabian Ruiz. Sul lato sinistro Mario Rui ha terribilmente sofferto Salah (in generale infelici le prestazioni del portoghese nel girone: i gol che condannano gli azzurri alla qualificazione sono venuti tutti dal suo lato), l'autore della rete che ha spezzato l'equilibrio grazie all'errore di Ospina. Deboli Insigne e Mertens, rimpiazzato da Milik. Ancelotti ha provato a scuotere una squadra rimasta a guardare dopo la rete dell'egiziano inserendo anche Zielinski e Ghoulam. Si sapeva che ci sarebbe voluto coraggio per il confronto con il Liverpool e l'Anfield Stadium, ma l'effervescenza dei primi minuti - peraltro concretizzatasi in un solo tiro, quello di Hamsik al di sopra della traversa - è presto svanita e l'idea di coprire gli spazi in area anche con otto uomini per poi tentare il contropiede non ha funzionato.

Il Napoli ha ripreso quota negli ultimi venti minuti, cercando quel gol che lo avrebbe qualificato: sono andati vicinissimi Callejon e Milik, conclusioni sbagliate. La squadra si è svegliata tardi mentre il Liverpool gestiva il finale con intelligenza, senza esporsi e con un pressing di qualità. L'11 dicembre si rivela ancora una volta fatale: cinque anni fa gli azzurri uscirono nonostante i 12 punti conquistati dopo la vittoria sull'Arsenal, ancora una volta il confronto con un'inglese è stato maledetto. De Laurentiis, poche ore prima della partita, aveva detto che l'eventuale uscita dalla Champions non avrebbe cambiato i piani del Napoli. Ma non è così perché mancheranno i milioni che almeno uno o due turni avrebbero assicurato, e peraltro una delle accuse lanciate dal patron a Sarri era stata quella di aver trascurato la competizione europea nella scorsa stagione.
 
 

Il Napoli, accompagnando il suo gioco da una personalità superiore rispetto a quella vista a Liverpool, può aspirare a vincere l'Europa League. Con la consapevolezza che esiste (e non può essere colmata soltanto col lavoro di un allenatore) la differenza rispetto ai top club europei, a chi ha una rosa da circa 800 milioni come quelle del Liverpool e del Psg. Ma oltre al carattere bisognerà vedere giocare su migliori livelli gli uomini più importanti, tra i quali Hamsik, Mertens e Insigne. Resta il rimpianto per ciò che il Napoli avrebbe meritato, la qualificazione agli ottavi, persa anche dall'Inter. L'obiettivo è stato mancato anche a causa di quel gol subito dalla Stella Rossa sul 3-0 due settimane fa: sarebbero passati gli azzurri se Ospina non avesse subito la rete di Ben Nabouhane, dimenticato da Mario Rui. Vanno avanti la metà delle italiane, l'ampliamento concesso dall'Uefa non ha prodotto alcun giovamento. Non dovrà esservi un contraccolpo psicologico dopo questa partita che ha decretato la qualificazione del Liverpool nonostante tre ko in trasferta: il Napoli si rialzi e guardi avanti perché nonostante l'esclusione dalla Champions (con una sola sconfitta in sei gare) e il -8 dalla Juve la stagione è ancora lunga. È confortante l'atteggiamento pratico e sereno di Ancelotti di fronte alla stagione che cambia corso.
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