Spalletti-ADL che show. E per la panchina del Napoli adesso spunta Mancini

Voci su una possibile intesa col ct dell'Italia

Roberto Mancini
Roberto Mancini
di Pino Taormina
Sabato 3 Giugno 2023, 08:12 - Ultimo agg. 17:17
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Inviato a Castel Volturno 

Ha provato a tenersi defilato da De Laurentiis, piazzandosi seminascosto tra Meret, Kim, Gaetano, il team manager Santoro e Zielinski, come gli scolari dispettosi nella foto dell'ultimo giorno di scuola. Poi, però, quando uno scaltro fotografo lo ha invitato a piazzarsi in prima fila, al fianco di De Laurentiis, lo showman Spalletti ha capito che serviva il colpo di genio: e allora ha avvinghiato il patron con un plateale abbraccio, facendo persino il gesto della testina sulla spalla del presidente.

Che, subito dopo, ha restituito la tenerezza. Tra le risate della squadra che ha assistito alla scenetta, conoscendo i retroscena. In quei due abbracci, ovviamente, il nulla. Nel senso che, pur sforzandosi a voler dare un segnale di armonia, le distanze restano abissali. Peccato, perché davvero servirebbe poco ai due per trovare un'intesa nel nome del Napoli: ma Spalletti (ieri accolto da un'ovazione allo spettacolo della Bobo Tv al teatro Troisi) considera chiusa da tempo la sua avventura qui. E non è una questione economica. Ha capito di essersi arrampicato troppo in alto, in cima a tutto. Di più non può fare. E poi c'è De Laurentiis. E allora cali pure il sipario. Stefano Ceci ha offerto alla squadra il calco del piede sinistro di Maradona che aveva promesso a capitan Di Lorenzo e che ha poi regalato a tutti. È uno degli ultimi momenti per stare assieme degli azzurri, che sono uno vicino all'altro, sorridenti e con la voglia di prendersi l'uno degli altri. Si sono sentite battute e risate in sottofondo quando Anguissa è spuntato con una coloratissima tuta a ritirare il dono, o per chi come Osimhen e Ndombele si sono presentati in ciabatte, o quando è spuntato Demme con uno sgargiante pantaloncino arancione.

Non si diventa campioni d'Italia se non c'è anche la voglia di prendersi in giro e di fare gruppo.

Non c'era Giuntoli (che però il piede sinistro di Maradona ce l'ha da sei mesi perché Ceci glielo ha regalato durante la premiazione di Dubai come miglior dirigente dell'anno) però non è stato un bel segnale di distensione: ci sono due buchi non di poco conto nell'organico, quello dell'allenatore e quello del ds (primi sondaggi per Tare della Lazio). De Laurentiis deve partire per gli Stati Uniti e prima del 12 giugno deve trovare l'erede di Spalletti. «Dagli Usa faremo il punto sul mercato con una certa periodicità» la promessa. Ma intanto deve continuare nei colloqui per il tecnico. E senza Giuntoli.

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Il 7 giugno sarà il primo giorno della verità, perché Italiano, dopo la finale di Conference con il West Ham, potrà uscire allo scoperto e si potrà capire se davvero è lui il predestinato: chiaro che per lasciare la Fiorentina, a cui è legato da un altro anno di contratto a 1,7 milioni di euro, vuole almeno un biennale al doppio del suo ingaggio attuale. Un bel salto in alto. E certo Commisso, amico vero di De Laurentiis, qualche beneficio lo vuole avere lo stesso. Magari con il prestito di qualche giocatore in esubero (Demme o Gaetano). Ma è chiaro che nella situazione attuale, tutti sparano richieste molto alte.

Joe Barone, ieri sera a Reggio Emilia, ha risposto infastidito: «L'addio di Italiano? Lo fanno solo per destabilizzarci». Capitolo Thiago Motta: nelle ultime ore ha preso tempo con gli intermediari azzurri, dando la sensazione di avere in mente dell'altro. Sembra assurdo, ma è così: sta per lasciare il Bologna ma ha dei dubbi sul Napoli. Forse anche il timore di gettarsi in un progetto in cui De Laurentiis non nasconde di puntare alla Champions. E allora, delle piste straniere resta in piedi solo quella di Galtier, che il Psg sta per mettere alla porta dopo l'ennesimo flop in Champions. E che ha uno stipendio da 4,5 milioni di euro netti che fanno 6 milioni lordi per via del decreto crescita. Sarà da questa settimana che i vertici azzurri cominceranno a stringere il cerchio per sciogliere le ultimissime riserve. De Laurentiis ha parlato con i tecnici nel casting più volte: vorrebbe avere sul tavolo più sì e poi scegliere lui. Ma al momento, non è proprio così. Per questo tiene in un angolo, tipo riserva, Rafa Benitez. Con lui, l'accordo De Laurentiis lo troverebbe rapidamente.

Voci su Roberto Mancini, ma in Figc non ci sono segnali di un addio anticipato del ct che sarebbe una soluzione di alto profilo. Come il ritorno di Sarri, per esempio. Con Sergio Conceiçao che ha fatto il solito giochetto "pro domo sua" e Luis Enrique e Nagelsmann che vogliono tenersi lontani dalla serie A. E De Laurentiis non pensa di andare dietro a chi ha già detto di no.
 

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