Insigne ritrovato, e il Napoli urlò:
«Lorenzo, sei il nostro capitano»

Insigne ritrovato, e il Napoli urlò: «Lorenzo, sei il nostro capitano»
di Bruno Majorano
Martedì 1 Marzo 2022, 08:41 - Ultimo agg. 17:57
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Un gol e un assist. Lorenzo Insigne si è ripreso il Napoli in 94 minuti. Capitano vero, nel momento del bisogno. Invece di abbandonare la nave, ha raddrizzato la barra e portato a casa una vittoria decisiva in ottica scudetto. Contro la Lazio ha indossato nuovamente i panni del Magnifico e i risultati sono stati sotto gli occhi di tutti. Dai fischi al momento della sostituzione nella gara di ritorno dei sedicesimi di Europa League contro il Barcellona, al plebiscito di applausi e consensi da parte del popolo di fede napoletana, adesso sì: pronto a (ri)abbracciare il suo capitano.

Ecco quello di cui aveva bisogno Insigne per ritrovare il sorriso. Perché un capitano triste non sarebbe stato utile alla causa. Il vento, però, sembra già cambiato, e come spesso accade, ad agevolare questa inversione è bastata una serata di grazia. Quella dell'Olimpico è stata la notte del ritorno: al sorriso, ma soprattutto al gol su azione. Sfatato in un colpo anche lo spauracchio del gol su azione che mancava dall'11 maggio 2021 in occasione del 5-1 rifilato all'Udinese. Sembrava un macigno sulla testa di Lorenzo, che prima di domenica sera era andato a segno in campionato solo su rigore (al netto anche dei tre errori dal dischetto con Venezia, Torino e Fiorentina), mentre il gol su azione era arrivato in Europa League. Insomma, un motivo in più per essere felici e sorridenti, per alzare le braccia al cielo di Roma e disegnare con le dita il solito cuoricino per la moglie Jenny.



Dopo la partita, poi, è scattata inevitabilmente la festa. Prima in campo, poi negli spogliatoi. Protagonista Lorenzo, ovviamente, osannato dai compagni che in questi mesi non lo hanno mai abbandonato. Sempre al suo fianco, sempre dalla sua parte. E adesso, dopo una serata da sogno, la gioia è stata contagiosa. Un abbraccio lungo una notte intera e che probabilmente può rappresentare la chiave per affrontare questo finale di stagione. Poi, ovviamente, la festa a Napoli con gli amici (che lo hanno inondato di messaggi già nell'immediato post partita) e la famiglia, che sui social ha raccolto tutte le immagini di esultanza dei tifosi napoletani. L'impressione oramai è che il fantasma del Canada sia soltanto tale: un fantasma e niente più. La testa di Lorenzo è tutta rivolta al Napoli e al finale di stagione. Perché, inutile girarci attorno, il sogno (adesso non più proibito) di Insigne è quello di lasciare la sua città e la sua squadra dopo aver vinto qualcosa di importante. Lo scudetto sarebbe il massimo, l'ultimo tassello di un puzzle che si andrebbe a completare alla grandissima: da napoletano e da capitano. Ma da qui alla fine della stagione serviranno altre 11 prestazioni come quella dell'Olimpico. Anzi, come quella del secondo tempo dell'Olimpico.

Sì, perché già nei primi 45' si erano visti sprazzi di classe: uno stop praticamente perfetto, un dribbling secco a saltare l'uomo e un tiro a giro deviato last minute da un avversario.

Poi, il capolavoro: doppio. Ovvero il gol del primo vantaggio (con un tiro da fuori area, ma dritto per dritto, senza bisogno di effetti speciali) e l'assist per il raddoppio di Fabian: un pallone gestito con maturità e precisione. Invece di tirare, infatti, ha preferito appoggiare all'indietro al compagno in arrivo. Idea brillante, idea vincente. Poi il resto lo ha fatto Fabian, certo, ma la trovata buona per aprire la porta allo spagnolo resta quella del capitano.

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