Napoli-Liverpool, Zielinski Mvp:
«Notte perfetta, ora avanti così»

Napoli-Liverpool, Zielinski Mvp: «Notte perfetta, ora avanti così»
di Roberto Ventre
Giovedì 8 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 9 Settembre, 07:30
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Klopp lo aveva indicato come l'uomo chiave del Napoli e Piotr Zielinski lo ha confermato: fenomenale la sua prestazione contro il Liverpool, la migliore in assoluto in maglia azzurra. Una notte magica per il polacco che segna una doppietta, regala l'assist a Anguissa, e mette in grandissima difficoltà Elliot e tutti i centrocampisti avversari che gli capitavano in zona. «La cosa più importante è che la squadra ha dominato: è stata una partita perfetta, abbiamo vinto contro un avversario di prima fascia. Siamo contenti, sappiamo che però siamo solo all'inizio del girone e ci sono altre partite difficili da giocare», ha detto a Sky.

Una partenza fulminante come quella di tutto il Napoli: si procura il rigore (il suo tiro finisce sul braccio di Milner) e lo trasforma da veterano. Il secondo gol è un colpo sotto per beffare Alisson, la quarta rete del Napoli in avvio di secondo tempo. Nel ruolo di mezzala sinistra nel 4-3-3 è devastante, una delle mosse vincenti di Spalletti che ha stravinto il confronto a distanza con Klopp. Ha strappato nello spazio, rincorso gli avversari, aiutato nel pressing i compagni andando a prendere già i difensori del Liverpool in impostazione: il valore aggiunto negli ultimi venti metri, l'uomo in più capace di fare la differenza al tocco di ogni pallone. «Liverpool sotto tono? Non so se il Liverpool poteva fare qualcosa di più, guardo la nostra partita e alla nostra squadra. Facciamo il meglio possibile per vincere le partite e oggi siamo riusciti a vincere contro grandi campioni», ha aggiunto Piotr. Una notte magica per Zielinski, una stella contro i reds, un centrocampista che attacca e difende che si dimostra di grandissimo spessore europeo contro una grande di Champions, l'anno scorso finalista contro il Real Madrid. Il polacco è uno del gruppo storico e elogia tutti i nuovi arrivati. «I nuovi acquisti? Quelli arrivati, oltre ad essere tutti bravissimi ragazzi, sono tutti ottimi giocatori. Si sono subito ambientati alla grande, e si vede l'effetto.

Non ci rimane che goderci questi nuovi giocatori che sono davvero forti».

 

Una notte da sogno anche per Giovanni Simeone (entrato al posto dell'infortunato Osimhen per un risentimento muscolare alla coscia destra) che festeggia la prima rete con il Napoli nel suo debutto in Champions (che ha tatuata sul polso), praticamente al primo tocco sull'assist geniale di Kvaratskhelia: in lacrime dopo il gol il Cholito si stende sul prato del Maradona mentre tutti i compagni corrono ad abbracciarlo. Lui argentino, protagonista con la notte di Champions più bella di sempre del Napoli, nello stadio dedicato a Diego Maradona: una serata favolosa. «Avevo 14 anni, il mio sogno è sempre stato giocare la Champions League, fin dall'inizio. Dodici anni dopo sono qua. Ho fatto questo tatuaggio perché avevo il sogno di arrivarci, fare un gol e baciare questo pallone: è stato emozionante. Ogni volta che lo vedevo da piccolo sognavo questo momento. Sono emozionato», ha detto Simeone a Amazon Prime e aggiunto: «È stato molto emozionante sentire la gente cantare il mio nome e l'urlo della Champions prima della partita. Questi tifosi ci fanno capire che si può sempre dare in più: sono emozionato. Ci sono tante persone che non credevano in me e devo ringraziare anche loro».

Poi la descrizione del gol da grande opportunista, una delle sue grandi qualità farsi trovare al posto giusto al momento giusto. «Il gol? Lo sapevo, perché ero pronto. Ho sempre voluto arrivare fin qua, a giocare almeno un minuto in Champions League. Ho sempre avuto una passione e non ho sbagliato per fortuna. Ora dobbiamo solo pensare a questa bella notte, a questa bellissima partita, è stato emozionante per me e per tutti». Il Cholito svela anche la telefonata con papà Diego, l'allenatore dell'Atletico Madrid. «C'è stata una chiamata di papà Simeone? «Normalmente prima della partita ci chiamiamo, ci sentiamo sempre. Mi aveva detto che se fossi entrato avrei potuto fare tanto, e così è stato». 

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