Zaccheroni e la sfida scudetto:
«Napoli e Milan, è l'anno giusto»

Zaccheroni e la sfida scudetto: «Napoli e Milan, è l'anno giusto»
di Bruno Majorano
Mercoledì 10 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 19:33
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Uno scudetto con il Milan, ma non solo. Alberto Zaccheroni è un allenatore che sa cosa vuol dire vincere in Italia e all'estero alla luce della sua esperienza da ct del Giappone. Studia il calcio e le sue evoluzioni, ma soprattutto segue con grande passione la lotta scudetto tra Napoli e Milan, appaiate al primo posto nella classifica della serie A.

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Vede la possibilità di un terzo incomodo?
«Al momento solo l'Inter che ha più abitudine a vincere e un organico profondo e ricco di talento. Ma dovrà essere brava a sfruttare eventuali cali delle altre due, cosa che al momento mi sembra molto difficile».

E allora ci dica: cosa ha il Napoli per essere così accreditata da lei per lo scudetto?
«Innanzitutto il Napoli ha la pancia vuota e questa può essere l'occasione della vita per vincere».

L'effetto allenatore?
«Spalletti è un grande. Soprattutto il primo anno fa sempre bene e mi piace il suo modo di gestire il gruppo: capisce con chi ha a che fare, gli trova la posizione, gli chiede di coprire degli spazi e li fa lavorare con qualità. Non chiede la luna, ma cose semplici».

Il punto di forza di questo Napoli?
«Difficile dirne uno solo: il Napoli è forte in mezzo al campo visto che Anguissa è insuperabile e sulle fasce ha tanti ricambi utili. Ma se dovessi dire un nome, farei quello di Osimhen che copre il fronte d'attacco da solo. Basta dargli una palla sporca o lunga che lui la difende, consente al resto della squadra di salire e poi la butta dentro».

Il punto debole?
«Paradossalmente è il punto forte. Perché direi Koulibaly».

Ovvero?
«Kalidou è insostituibile.

In quel ruolo è il più forte al mondo e temo che la sua assenza durante la coppa d'Africa possa essere un fattore negativo per il Napoli».

Mentre il Milan perché è da scudetto?
«Al Milan nessuno chiede niente e per questo giocano tutti senza pressione. A questo si aggiunga che tolti Ibra e Giroud sono tutti giocatori che non hanno ancora vinto tanto e questa può essere l'occasione della vita. Sul piano del gioco hanno una grande autostima e grazie a Pioli hanno trovato una quadra importante indipendentemente da chi gioca. Perché hanno una grande velocità di esecuzione».

Punto di forza?
«Il centrocampo. Il giocatore simbolo dovrebbe essere Kessie ma è partito male. Io lo conosco dai tempi del Cesena. La prima volta ero in tribuna accanto al presidente e gli ho chiesto Quello lì dove l'avete preso?, perché era arrivato da stopper e l'allenatore lo faceva giocare in mezzo al campo: aveva 17 anni ma sembrava già un veterano. Ma in attesa che venga fuori il miglior Kessie c'è Tonali che sta tirando la carretta insieme a Calabria Poi mi aspetto che Kessie possa spostare gli equilibri come lui sa fare».

Ultimo turno, due pareggi: come verranno metabolizzati?
«Se il Napoli pensava di fare una passeggiata contro il Verona, quel pareggio gli taglierà le gambe. Ma se, come credo, avranno analizzato bene la partita, allora diventa un ottimo punto. In questo momento il Verona non vorrei affrontarlo mai: mi sembra l'Atalanta di qualche anno fa. Mai visto il Verona giocare così, con una sicurezza e disinvoltura unica. Non hanno paura di nessuno. Nemmeno di uno stadio difficile come il Maradona».

E il derby sul Milan?
«Credo abbia tolto un po' di sicurezze ai rossoneri. Non tanto per il risultato, ma per la prestazione. Li vedo leggermente in calo. Stanno perdendo qualcosa, e lo avevo intravisto già nella doppia sfida di Champions col Porto».

Chi vincerà lo scudetto?
«Un nome non si può fare, però si può dire che vincerà la squadra più costante nelle prestazioni. Giocare con la testa libera sarà fondamentale». 

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