Il Napoli verso il ritorno in campo
e ADL tratta il taglio degli stipendi

Il Napoli verso il ritorno in campo e ADL tratta il taglio degli stipendi
di Pino Taormina
Domenica 3 Maggio 2020, 09:00
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I colpi di scena sono all'ordine del giorno. Ma senza un altro altolà del ministro Spadafora (che ieri ha sollecitato il comitato tecnico scientifico a valutare l'ok alla ripresa degli allenamenti anche per gli atleti degli sport di squadra), da domani il Napoli inizierà a fare i tamponi a domicilio ai suoi calciatori (ne sono previsti due a distanza di 24/36 ore). Il primo passo per il ritorno a Castel Volturno, previsto tra giovedì e venerdì nella migliore delle ipotesi ma molto più probabile che sia tra otto giorni, lunedì 11 maggio. Allenamenti individuali, con inizio delle sedute (il primo turno di calciatori) alle 11,30 e conclusione attorno alle 15, durata di circa un'ora e dieci minuti con otto giocatori per volta distribuiti per i tre campi del centro tecnico. Distanziamento e supervisione di tutto affidata a Rino Gattuso che da lì non si muoverà mai. E con lui lo staff tecnico. L'allenatore azzurro ha fatto predisporre anche una palestra all'aperto, spostando gli attrezzi all'esterno. Perché nel centro tecnico non si potrà accedere. Neppure per le docce che verranno fatte a casa, Lui, l'allenatore, sarà sempre presente. Sia pure guardando tutto da lontano. Il Napoli, dunque, riaccende il motore dopo l'annuncio di venerdì del governatore della Campania Vincenzo De Luca e il via libera di ieri dell'Unità di crisi regionale che ha spiegato che «per quanto riguarda il Napoli Calcio è stato già trasmesso al governo il parere favorevole della Regione allo svolgimento degli allenamenti purché vengano garantite pienamente tutte le esigenze di tutela sanitaria. Per correttezza di rapporti la Regione ha inteso inviare preventivamente al governo questa valutazione, sollecitando ad horas la condivisione, per poter consentire la ripresa dell'attività già da domani». In giornata previsto l'incontro medici Figc e commissione governo per il protocollo.

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L'ultima seduta il 12 marzo, quando ancora gli azzurri speravano di partire per Barcellona, per il ritorno degli ottavi di Champions. «Il training center di Castel Volturno è già pronto, noi anche siamo pronti. Pensiamo che alla fine si potrà riprendere il campionato. Per questo siamo rimasti tutti in città» ha detto a Sky il difensore Nikola Maksimovic. Da domani via all'ulteriore sanificazione degli ambienti. Chiaro, questo non significa che il campionato ripartirà. De Laurentiis sa che la decisione non è della Lega o della Figc. Vuol dire solo che il Napoli, e i calciatori sono d'accordo, ritiene che il prolungato periodo di inattività possa provocare delle conseguenze negative nel fisico degli atleti.

De Laurentiis ha iniziato a parlare con i calciatori del possibile taglio degli stipendi in caso di ripartenza. È stato a lungo al telefono con Lorenzo Insigne, il capitano, che poi ha informato il resto della squadra: se non si riparte, sarà necessaria una decurtazione degli ingaggi che potrebbe arrivare a 2 oppure 2,5 mensilità. In caso di ripartenza, anche degli allenamenti, il calcolo del taglio potrebbe iniziare dalla sosta iniziata il 12 marzo fino al giorno della ripresa. Insigne ha mostrato grande disponibilità: è evidente che in caso di stop la squadra non alzerà il muro sul taglio. Le cui dimensioni dovranno essere valutate a seconda di quella che sarà la decisione del governo e degli organi del calcio. Un inizio delle trattative sotto il miglior auspicio. Con la squadra che ha dato l'ok per tornare ad allenarsi.

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L'assemblea della Lega, l'1 maggio, ha ribadito la volontà di proseguire il campionato. Con ennesimo documento firmato all'unanimità (quindi anche da Cellino e Cairo). La parola al governo che attende il parere del comitato. Sui diritti tv la linea non cambia e si aspetta il pagamento dell'ultima rata di Sky e Dazn. Ricevuto il via libera dal governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini, riprendono gli allenamenti Bologna, Parma e Sassuolo; c'è l'ok anche della Regione Sardegna per il Cagliari e del Lazio per Lazio e Roma. 
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