Napoli, il ritorno di De Laurentiis: viaggerà con la squadra per Verona

Nel 2009 il presidente sedette in panchina con Donadoni

ADL e Garcia
ADL e Garcia
di Pino Taormina
Lunedì 16 Ottobre 2023, 08:37 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 07:27
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Chissà se è una fortuna o no, per Rudi Garcia. Ma oggi, alla ripresa degli allenamenti, De Laurentiis non ci sarà. Ci saranno gli altri, Micheli e Meluso, saldamente al loro posto dopo la settimana di burrasca con vento forte e rischio di naufragio imminente. Nulla è successo, De Laurentiis torna alla normalità. O quasi. Oggi c'è assemblea di Lega in presenza e il patron sarà a Milano. Come sempre pronto a dar battaglia su ogni punto. Con i diritti tv in ballo e l'esito della trattative private (l'obiettivo è superare quota 900 milioni). E non solo, c'è anche da prendere la decisione di giocare o meno la Superlega in Arabia di cui, magari, in mattinata si tornerà a discutere (De Laurentiis ha definito «da deficienti» andar a giocare la final-four a Gedda).

Questione non di poco conto, anche perché il Napoli potrebbe decidere di boicottare l'evento di gennaio, sia per questione tecniche (è da luglio che il presidente sostiene che sia assurdo giocare la Supercoppa nel deserto nel bel mezzo della stagione) e adesso anche per motivazioni geo-politiche legate alle tensioni in Medioriente. In ogni caso, Garcia e De Laurentiis oggi non si vedranno: dopo la full immersione dei giorni passati, il francese sarà da solo a guidare gli allenamenti.

Un po' commissariato, un po' tenuto a balia. Ovviamente, quella presenza a bordo campo, con tanto di fotografia a testimoniare come la vicinanza non sia solo a parole ma proprio fisica, lascia intendere come De Laurentiis sia davvero convinto che quel suo ruolo da presidente anni 80, mani in tasca, sedia per accomodarsi a bordo campo a sentire le indicazioni dei calciatori, possa servire a dare la scossa, a riportare la squadra sui binari giusti. Come è successo anche con Spalletti. Per 48 ore non ha fatto altro che parlare con i calciatori presenti, telefonare a quelli in ritiro con le proprie nazionali, "interrogare" (gli piace dire così) Garcia e i suoi collaboratori, soffermarsi anche sul preparatore atletico a cui ha chiesto il motivo dei tanti stop anche muscolari di questa prima fase della stagione. Dopo il week end trascorso a Ischia, De Laurentiis sembra molto più sereno. È convinto che questo sua presenza servirà a tutti (in primis a Garcia) per comprendere i propri errori. L'operazione serenità, però, non lo riporterà in panchina come a marzo del 2009, quando dopo aver esonerato Reja, si andò a sedere al fianco di Donadoni al debutto con la Reggina. Certo, lui si sente un po' allenatore (come erano convinti di esserlo anche Berlusconi e Moratti) e dunque ama i colloqui di natura anche tecnica con i propri tecnici. Ma ora quel che conta è continuare a stare vicino al Napoli: tornerà al centro tecnico forse già domani. Sicuro mercoledì quando i nazionali avranno fatto ritorno e lui avrà la possibilità di ripetere il discorso "di unità" alla squadra al completo. Viaggerà per Verona con lo stesso charter degli azzurri e cercherà di non ripetere l'errore che si è rimproverato pubblicamente: «Non sono stato vicino a Garcia e alla squadra».

Antonio Conte, ora è argomento tabù. Peraltro il no del leccese non sembra possa traballare. L'aria di compattezza, il patto di unità e di serenità siglato tra De Laurentiis, Garcia e la squadra (pure al telefono) non deve comunque far perdere di vista il momento da "tutti sotto esame". Perché chiaro che Verona è molto più della gara della verità. Un bivio, il primo. Garcia ha adesso De Laurentiis come tutor, cosa che per uno come lui non è semplice da accettare.

Ha accettato di andare avanti nonostante i contatti con Conte. Ma è una fiducia non a tempo indeterminato. Su questo, non c'è bisogno di rassicurazioni. Garcia è uomo di mondo e di calcio.

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