Napoli scopre finalmente Rrahmani,
per Amir vittoria sulla diffidenza

Napoli scopre finalmente Rrahmani, per Amir vittoria sulla diffidenza
di Marco Ciriello
Domenica 14 Febbraio 2021, 09:36 - Ultimo agg. 10:45
3 Minuti di Lettura

La vincono in due: Alex Meret e Amir Rrahmani. Due costretti. Il primo viene catapultato in campo all'improvviso perché Ospina si fa male nel riscaldamento. Il secondo, deve battere la diffidenza, lo spaesamento e gli errori. Ne escono alla grande: impedendo all'intera Juventus di pareggiare, per un paradosso con un Napoli allegriano e senza ripartenze. Tutto il lavoro è sui corpi del portiere e del difensore. Entrambi si ritrovano a dover contenere Morata, Ronaldo, Bernardeschi, Chiesa e Kulusevski.Ogni volta che entrano in area o c'è Rrahmani ad anticipare, smorzare, rinviare, marcare, impedire, oppure c'è Meret a parare, respingere, spizzare, tuffarsi, distendersi.

Una coppia perfetta, tanto che poi negli ultimi minuti quando Meret si fa male e non riesce a rinviare il corpo diventa unico e Rrahmani gli presta i piedi. Un asse che funziona. Più il Napoli cede spazi, non riparte, si chiude per tutto il secondo tempo più i due calciatori lavorano e giganteggiano, favoriti anche da diverse imprecisioni o non incisività, ma perlopiù il merito è loro. Rrahmani torna ad essere il difensore visto nella stagione passata: implacabile, attento, padrone degli spazi e preciso negli anticipi, zero falli, tanta tempestività. Meret, rimesso in porta, è padrone della sua linea, persino quando si ritrova Cristiano Ronaldo a distanza di bacio.

La loro forza, divenuta la forza a difesa del gol di Lorenzo Insigne, diventa dimensione di controllo: di palloni e geometrie, il resto è epica. Rrahmani, poi, nell'unica incursione nell'altra area, si procura anche il rigore: il difensore kosovaro va in mezzo agli juventini per colpire di testa ma viene colpito da una manata in faccia dal solito irruento Chiellini che questa volta Doveri va a riguardare al var.

Rigore.

 


Stavolta Insigne lo mette nella porta di Szczesny. Finisce la partita del Napoli e comincia quella di Meret e Rrahmani: un doppio a calcio, come se fosse tennis. Rrahmani comincia a chiudere le traiettorie a Morata, e quando riescono a tirare c'è Meret. Tipo Starsky & Hutch. Soprattutto nel secondo tempo, quando il Napoli ripiega, e aspetta, e la Juventus attacca. Straordinari per i due. Prima Ronaldo un paio di volte prova a girarla in porta, poi Chiesa, ma trovando sempre le mani di Meret, la sua capacità reattiva, i suoi riflessi e la sua voglia di riscatto. Poi cominciano gli anticipi di Rrahmani: testa, piede, petto, in una continua riscrittura dei tentativi juventini.


Morata si trova più volte chiuso tanto che per tenere il pallone è costretto a muoversi orizzontalmente senza mai riuscire a sterzare. Pirlo cambia diverse volte i suoi da destra a sinistra, ma pur invertendo l'ordine delle ali rimane fisso il fattore di potenza di Rrahmani al centro e Meret in porta. Se ne accorge anche Cristiano Ronaldo che si ritrova sempre un piede o una gamba del kosovaro a togliergli il pallone, e un paio di volte anche la testa. Esperienza che fa anche de Ligt quando prova a tirare in porta, incontrando l'opposizione di Rrahmani.


E quando dopo due suoi grandi interventi, Morata gli sfugge e riesce a tirare: Meret ci mette un piede alla Garella, si fa anche male, ma la Juventus non segna. Il Napoli gioca con Lozano che zoppica e non riesce a calciare, davanti, e con Meret che zoppica e non riesce a calciare, dietro. Ma in mezzo c'è Rrahmani in una di quelle partite bolla, potrebbe fare qualunque cosa, e gli riuscirebbe. In più c'è questa unione con Meret sancita dalla sua impossibilità di rinviare, un sigillo sulla prestazione di entrambi. Il pallone unisce quello che la Juventus e i suoi attaccanti non sono riusciti a dividere.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA