Parma-Napoli, quando Giua
non seppe più cosa decidere

Parma-Napoli, quando Giua non seppe più cosa decidere
di Anna Trieste
Giovedì 23 Luglio 2020, 07:00
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Premesso che è vero che nel calcio ci sono tre risultati, che non sempre si può vincere, che a volte si può pareggiare e che talvolta si può addirittura perdere sempre se tra due settimane non ti devi scontrare con Messi e con il Barcellona in Champions League, va detto che ieri il Napoli ha offerto una dimostrazione plastica del fatto che nella vita non è importante ricevere dei doni quanto saperli utilizzare. Andiamo subito a spiegare. Il Parma ieri ha ricevuto un dono e cioè la mancata capacità di scomparire volatilizzandosi nel nulla di Mario Rui e Koulibaly. Incapacità che ha comportato l'attribuzione, da parte del direttore di gara, di due rigori di dubbia foggia e fattura. Ne ha saputo approfittare la squadra di D'Aversa: il risultato, infatti, è stata la trasformazione in gol, la vittoria e la salvezza aritmetica in Serie A.
 
 

Non altrettanto proficua è stata la donazione all'arbitro della possibilità di dimostrare che non è vero che l'unico regolamento che conosce alla perfezione è quello di Rubamazzetto. Dopo il disastro di febbraio in Napoli-Lecce (quando non diede il rigore a Milik e applicando la norma del Mo' hai pure il resto lo ammonì anche per simulazione), ieri Giua ha confermato di non sapere quando è rigore e quando invece è na figur e nient! 
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