Napoli, furia sugli arbitri:
De Laurentiis protesta con Gravina

Napoli, furia sugli arbitri: De Laurentiis protesta con Gravina
di Pino Taormina
Venerdì 5 Marzo 2021, 09:00
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È una furia De Laurentiis. E non gli è passata neppure in mattinata a Milano quando in Lega incontra alcuni colleghi presidenti e si lascia andare a uno sfogo per l'arbitraggio di Marini e del Var Mazzoleni della sera prima. Eh no, così non va. Sono troppi gli indizi che al patron azzurro non fanno andare giù certe decisioni di mercoledì sera. Certo, gli errori di Di Lorenzo, Bakayoko e Manolas negli ultimi secondi spesso non si vedono neppure in allenamento ma poi c'è anche quella direzione arbitrale e quelle scelte nei momenti-chiave dell'incontro che non vanno giù al patron. Neppure 24 ore dopo. Quello che ha reso nero il presidente del Napoli non sono tanto i singoli episodi (o meglio, non solo) ma su tutto la scelta del designatore di mandare a Reggio Emilia una sorta di debuttante (era solamente alla sesta direzione di gara in serie A) per un match delicatissimo. E ancor prima dell'inizio era perplesso De Laurentiis, perché per una partita così delicata si aspettava un arbitro con maggiore esperienza (quest'anno, delle big ha arbitrato solo la Juventus in casa contro il Crotone), con un maggior vissuto per match di questa delicatezza. E fine partita non ha resistito ed è esploso. C'è la rabbia per il rigore negato a Politano, per il tallone (al microscopio) di Insigne che ha portato al gol annullato e per quel recupero oltre i tre minuti che ha portato al rigore del 3-3. Marini ha spiegato a fine gare a Gattuso e Giuntoli che i tre minuti di recupero erano a partire dalla ripresa del gioco e lui aveva anche avvertito i calciatori e il quarto uomo. Insomma non era un recupero nel recupero. Ma le spiegazioni non hanno placato De Laurentiis che ha minacciato in quei momenti, dopo la fine della gara, fuoco e fiamme, chiamando ripetutamente il presidente federale, Gabriele Gravina, per protestare. In queste ore non è escluso che si possa sentire anche con il nuovo presidente dell'Aia, Trentalange.

 

Motivi per non essere sereni ce ne sono.

Perché sono queste le stesse ore in cui i vertici del calcio gli sbattono la porta in faccia davanti a una richiesta banale e logica, ovvero attendere l'esito di Juventus-Porto prima di fissare la data di recupero della gara del 4 ottobre tra bianconeri e azzurri. Nulla, in un mondo come quello del calcio dove ognuno fa quello che più ha voglia di fare a seconda delle proprie convenienze (l'ultimo esempio clamoroso è il caos del mancato rinvio di Lazio-Torino), la riflessione di De Laurentiis (anche Gattuso era d'accordo) è stata completamente ignorata. Bastava attendere il ritorno di Champions, la Juve sarebbe passata (è favorita) e si poteva poi fissare il recupero il giorno 17 marzo. E invece no. Già è stato tutto deciso in fretta e furia.

Troppi errori, De Laurentiis ha lasciato lo stadio imbufalito contro le decisioni arbitrali. Convinto di essere stato penalizzato, e non poco, in questa corsa alla Champions. I segnali non gli piacciono. Ed è chiaro che da questo momento avrà le antenne ancor più dritte: è una stagione dove i dettagli possono fare la differenza nella corsa al quarto posto. D'altronde come i centimetri (quelli di Insigne nel fuorigioco che Mazzoleni ha pescato dopo una ricerca minuziosa durata quasi due minuti). Domenica con il Bologna ci sarà Daniele Chiffi, 51 gare dirette in serie A fino ad adesso. Ecco, per il Sassuolo De Laurentiis chiedeva questo genere di attenzione. Che non ha avuto. 

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