Guerra, a San Pietroburgo la "fabbrica" delle fake news russe: TikTok piattaforma preferita per la disinformazione

Tik Tok e la bandiera Ucraina
Tik Tok e la bandiera Ucraina
di L.Jatt.
Lunedì 2 Maggio 2022, 15:39 - Ultimo agg. 4 Maggio, 11:03
4 Minuti di Lettura

L’operazione di trolling online della Russia sta diventando sempre più decentralizzata e sta guadagnando «un’incredibile trazione» su TikTok con la disinformazione volta a seminare dubbi sugli eventi in Ucraina. E’ questo l’avvertimento di un ricercatore di social media statunitense, Darren Linvill, professore alla Clemson University, nella Carolina del Sud, che studia l’operazione di analisi dei troll dell’Internet Research Agency (IRA) collegata al Cremlino dal 2017. In una lunga analisi riportata oggi dal Guardian, Linvill ha identificato la condivisione di post e account di verifica dei fatti falsi che amplificano la disinformazione collegandosi a piattaforme come Instagram, TikTok e Telegram che sono le basi di azione dell’IRA, che ora si ritiene operi in luoghi diversi.

La Finlandia annulla il contratto russo per la centrale nucleare. «La cessazione è immediata per la guerra»


Domenica scorsa inoltre il governo del Regno Unito ha affermato di aver identificato un’ex fabbrica a San Pietroburgo come nuova base per le operazioni di trolling in cui «i cyber soldati prendono di mira spietatamente politici e pubblico in numerosi paesi tra cui Regno Unito, Sud Africa e India».
Il Foreign and Commonwealth Office ha citato una ricerca finanziata dal governo, non pubblicata, che mostra come i cyber soldati in Russia stanno «usando Telegram per reclutare e coordinare attivamente nuovi sostenitori che poi prendono di mira i profili sui social media di chi critica del Cremlino, spammandoli con pro-Putin e commenti a favore della guerra».

È stato riferito che gli obiettivi includevano gli account sui social media di Boris Johnson, nonché i resoconti di band e musicisti tra cui Daft Punk, David Guetta e Tiësto. Il governo ha affermato di aver condiviso la ricerca con le piattaforme dei social media e ha spiegato che l’operazione russa stava cercando “contenuti organici” pubblicati da utenti autentici, coerenti con i loro messaggi e quindi stava lavorando per amplificare i messaggi stessi. «Ciò significa - ha affermato un funzionario - che, a condizione che il contenuto che pubblicano non sia troppo offensivo, è improbabile che i messaggi siano soggetti a interventi di de-platform, cioè a rischio di eliminazione dalla piattaforma»
Liz Truss, il ministro degli Esteri britannico, ha dichiarato: «Non possiamo permettere che il Cremlino e le sue losche "industrie" di troll invadano i nostri spazi online con le loro bugie sulla guerra illegale di Putin. Il governo del Regno Unito ha quindi allertato i partner internazionali e continuerà a lavorare a stretto contatto con alleati e piattaforme mediatiche per minare le operazioni di informazione russe».
Linvill da parte sua ha affermato che i troll che utilizzano commenti con account legittimi sono una tattica di disinformazione comune, aggiungendo: «L’IRA ha una lunga storia nell’approfittare di account regolari».
Uno dei vantaggi di un troll che pubblica commenti sotto un account con un gran numero di follower è che non ha bisogno di molti follower per essere visto.

L’IRA ha pubblicato quasi sempre in russo e l’obiettivo principale è quello di influenzare l’opinione pubblica russa, ma il governo del Regno Unito ha affermato che la sua ultima ricerca suggerisce che l’operazione di Mosca era «progettata per manipolare tutta l’opinione pubblica internazionale» a favore della campagna militare in Ucraina.

TikTok e Twitter hanno chiuso decine di account negli ultimi mesi che secondo Linvill potrebbero essere collegati all’IRA. L’impatto di TikTok è stato particolarmente sorprendente, con alcuni account che hanno centinaia di migliaia di follower. «Sono molto, molto efficaci» ha detto «Hanno un’incredibile quantità di trazione nell’immaginario nazionalista russo».
Twitter dall’inizio della guerra in Ucraina ha rimosso oltre 100.000 account per violazioni della sua politica di manipolazione della piattaforma e spam e ha etichettato o rimosso 50.000 contenuti. Anche TikTok e Meta, che gestisce Facebook e Instagram, sono stati contattati per fare un monitoraggio della situazione. Linvill sostiene ancora che la strategia dell’IRA non è quella di indurre le persone a credere a qualcosa di nuovo, ma piuttosto di seminare dubbi e causare sfiducia nelle fonti di informazione che di solito sono considerate legittime, in particolare per scoraggiare l’opposizione interna al presidente russo. «Se non credi in nulla, non combatterai per nulla ed è più probabile che tu vada d’accordo con Putin» spiega infine Linvill.

© RIPRODUZIONE RISERVATA