«Sulla base di prove forensi e di altre che abbiamo raccolto, è certo che (i nordcoreani, ndr) non sono responsabili di aver orchestrato o avviato l'attacco alla Sony», ha dichiarato Sam Glines, che gestisce l'azienda di sicurezza informatica Norse. Secondo quanto dice l'esperto alla Cnn, il codice del malware utilizzato dal gruppo "I Guardiani di Pace" che ha sferrato la violazione a fine novembre è conosciuto da tempo e un qualsiasi hacker potrebbe utilizzarlo.
Secondo l'Fbi, invece, questo codice è simile a quello usato dalla Corea del Nord in altri cyberattacchi.
Ma non è tutto. I dubbi su Pyongyang sono sostenuti anche da una cosiddetta "ipotesi interna": ovvero, l'assalto informatico come vendetta di qualche ex dipendente Sony licenziato. Secondo quanto afferma Glines, una certa "Lena" - ex dipendente della sicurezza con accesso a dati e segreti aziendali - avrebbe legami con i "Guardiani della Pacwe". Alla richiesta di saperne di più su "Lena", la Cnn non ha avuto risposta dall'esperto.