Fermare il futuro non si può, governarlo è possibile. Ibm, multinazionale Usa dell’informatica, comincia già ora: ha deciso di bloccare, per i prossimi cinque anni, le assunzioni nei ruoli in cui l’intelligenza artificiale può sostituire l’uomo. Tradotto in numeri, significa 7.800 posti di lavoro in meno.
ALGORITMI
L’elenco delle professioni a rischio ridimensionamento è costantemente aggiornato: matematici, ingegneri, web designer e amministrativi.
Con l’ascesa di piattaforme di prenotazione online e sistemi di intelligenza artificiale che suggeriscono itinerari personalizzati, gli agenti di viaggio potrebbero diventare obsoleti e il ruolo dei bibliotecari essere superato da piattaforme digitali e motori di ricerca avanzati. Gli addetti alla manutenzione sono meno richiesti con l’introduzione dei robot, chi lavora nel mondo dell’editoria potrebbe lasciare il posto ad algoritmi, per gli scatti artistici persino il fotografo diventerebbe superfluo. «L’intelligenza artificiale è uno strumento che ha la capacità di processare istantaneamente un’enorme quantità di informazioni, di catalogarle, riassumerle, è una specie di potentissimo calcolatore. I compiti più routinari e ripetitivi nell’ambito amministrativo come la registrazione dei dati, la gestione delle scadenze, la compilazione di report potranno essere svolti in maniera automatizzata. Ogni attività di classificazione relativa a esperienze, casi clinici, documenti legali, sinistri assicurativi sarà svolta in maniera più rapida e corretta dalle macchine», spiega Serena Torielli, ceo e cofondatore di Wealthype, azienda fintech che ha sviluppato una piattaforma di intelligenza artificiale a supporto della consulenza finanziaria. «È importante ricordare però - aggiunge - che “le macchine” vanno guidate e controllate da operatori umani. L’intelligenza artificiale fornirà un grande contributo per lavorare meglio e concentrarsi sugli aspetti più gratificanti e qualificanti di molte professioni».
COMPETENZE
Tutti i ruoli a rischio ridimensionamento, sottolineano gli esperti, potrebbero sviluppare nuove competenze e sfruttare la tecnologia per automatizzare compiti replicabili. I postini utilizzeranno droni e veicoli autonomi anziché spostarsi solo in motorino, i controllori del traffico aereo saranno nelle condizioni di prendere efficacemente decisioni in tempo reale. L’ultimo rapporto dell’AI Now Institute sostiene che in materia di assistenza sanitaria, scuola, giustizia ed ecologia i sistemi intelligenti supereranno i limiti umani. Con la codificazione dei dati, per esempio, sarà possibile mettere a punto un sistema di welfare senza sprechi e su misura per le necessità dei cittadini, scuole e ospedali beneficeranno di interventi mirati. «Governi e aziende hanno una grande responsabilità, dovranno pianificare e gestire la transizione attraverso un massiccio impegno di formazione e riqualificazione della forza lavoro - afferma Serena Torielli - L’intelligenza artificiale è un nuovo linguaggio che i lavoratori di tutti i settori devono imparare a utilizzare per svolgere in modo ottimale tutte le funzioni di coordinamento, controllo e organizzazione creativa che non sono alla portata di un calcolatore. Perché un conto è analizzare milioni di casi clinici relativi a una certa malattia, altro è visitare un paziente con empatia e proponendo la giusta cura, che è il lavoro di un medico».