Un'iniezione sottopelle e le staminali «trovano» il cuore e lo riparano

Un intervento a cuore aperto
Un intervento a cuore aperto
Venerdì 16 Agosto 2013, 15:48 - Ultimo agg. 16:44
1 Minuto di Lettura
MILANO. Un'iniezione di staminali in vena per curare o addirittura prevenire lo scompenso cardiaco, la sindrome del 'cuore stanc, emergenza epidemica in un mondo che invecchia. È l'obiettivo al quale sta lavorando un team di scienziati del King's College di Londra, che in uno studio su roditori pubblicato su 'Cell' hanno dimostrato l'effettivo potere rigenerativo delle cellule staminali cardiache, e la loro naturale capacità di dirigersi verso il cuore nel caso in cui vengano iniettate dall'esterno.



Una volta introdotte nel circolo sanguigno, queste cellule ritrovano spontaneamente la strada di casa: per un meccanismo chiamato 'homing', indipendentemente da dove entrano si dirigono verso il cuore e lo ricolonizzano, così da poter fare quello per cui sono state programmate: aggiustare il 'muscolo della vità.



In futuro, quindi, si potrebbe pensare a trattamenti mini-invasivi in cui le staminali prelevate dal cuore del paziente, coltivate e moltiplicate in laboratorio, vengano reiniettate non direttamente dentro il muscolo cardiaco (iniezione intramiocardica) o nei vasi coronarici (intracoronarica), bensì attraverso una normalissima puntura sulla pelle, un'iniezione intravenosa.



La ricerca è finanziata dalla Commissione europea attraverso il Settimo Programma quadro. Gli studi clinici, volti a verificare l'efficacia di questo approccio nel prevenire e trattare lo scompenso cardiaco nell'uomo, dovrebbero partire all'inizio del 2014.