Terni, esenzioni dalla vaccinazione contro il covid sospette: a processo una dottoressa di famiglia e 12 pazienti

Rinviati a giudizio per falso ideologico, l'usl parte civile

Terni, esenzioni dalla vaccinazione contro il covid sospette: a processo una dottoressa di famiglia e 12 pazienti
di Nicoletta Gigli
Giovedì 28 Marzo 2024, 09:25
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TERNI - Concorso in falso ideologico.

E’ l’ipotesi di reato con cui il gup, Barbara Di Giovannantonio, manda a processo una dottoressa di base in forza all’Usl a Narni e dodici suoi pazienti.

Per l’accusa sostenuta dalla procura ternana, il medico di famiglia avrebbe rilasciato alcuni certificati di esenzione dalla vaccinazione contro il covid senza che i pazienti ne avessero diritto.

Un raggiro, per gli investigatori, che sarebbe stato messo in piedi per consentire di far restare al lavoro persone non vaccinate contro il covid in settori dove questo non era consentito.

La vicenda esplode nel 2021. I carabinieri del Nas passano al setaccio le certificazioni di esenzione dalla vaccinazione rilasciate dalla dottoressa di famiglia per verificare se rispondano ai requisiti prescritti dalle circolari del ministero della Salute e della Regione Umbria.

Nell’ambulatorio della dottoressa, a Narni, i Nas acquisiscono una sessantina di certificati medici ritenuti sospetti.

Seguono gli interrogatori, gli accertamenti sul pc di servizio del medico di famiglia e le indagini.

All’esito delle quali gli investigatori ravvisano presunte irregolarità su dodici certificati che avrebbero esonerato dal vaccino contro il covid altrettanti dipendenti pubblici, che lavorano nella scuola, nella sanità e nelle forze dell’ordine, che non ne avevano diritto.

La procura, all’esito delle indagini, chiede il processo per la dottoressa che lavora a Narni e per dodici pazienti ai quali avrebbe certificato falsamente patologie che rendevano troppo rischiosa la vaccinazione.

Ieri mattina il giudice ha deciso che debbano andare a processo per concorso in falso ideologico. Tutti tranne un paziente, che ha già patteggiato la pena a cinque mesi e dieci giorni con i benefici di legge.

In aula i legali della dottoressa e dei pazienti finiti nel mirino hanno sottolineato come le circolari del ministero facessero divieto di inserire la patologia alla base del certificato di esenzione in quanto si tratta di dati sensibili. L’udienza preliminare si è chiusa col rinvio a giudizio per tutti coloro che, per l’accusa, avrebbero concorso nella realizzazione della falsa certificazione sanitaria. L’azienda sanitaria locale si è costituita parte civile nel processo, che  inizia il 20 giugno.

«La dottoressa non ha violato norme deontologiche ma si è attenuta, nei suoi comportamenti, al criterio di precauzione, che è uno dei capisaldi della pratica del medico» dice il suo legale, Attilio Biancifiori, che, in attesa dell’esito del procedimento penale, ha contrastato anche i provvedimenti disciplinari dell’Usl nei confronti del medico di base ancora in servizio.

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