Spoleto perde la connotazione di Covid Hospital, ma la ripartenza sarà graduale

Spoleto perde la connotazione di Covid Hospital, ma la ripartenza sarà graduale
di Ilaria Bosi
Venerdì 21 Maggio 2021, 17:41
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SPOLETO - Il San Matteo degli Infermi non avrà più la connotazione di Covid Hospital, ma il ritorno alla normalità sarà graduale e legato a una serie di condizioni che a quanto pare non consentono di scandire un cronoprogramma preciso. È quanto emerso ieri, nel corso della conferenza stampa che la presidente della Regione Donatella Tesei, insieme all’assessore Luca Coletto, al direttore regionale Massimo Braganti e al direttore generale della Asl Umbria 2 Massimo De Fino, ha tenuto nella sala Laureti della Palazzina Micheli. Dopo aver illustrato i dati generali e la riorganizzazione della rete regionale ospedaliera, la governatrice ha dedicato un lungo intervento al caso Spoleto, dove la riconfigurazione decisa nell’ottobre scorso da Palazzo Donini ha fatto saltare più di un equilibrio, portando di fatto alla sfiducia del sindaco Umberto De Augustinis che, con l’impugnazione dell’ordinanza della Tesei al Tar (la decisione, al riguardo, è attesa in queste ore), ha di fatto sancito la frattura insanabile con parte della sua maggioranza, aprendo la strada al commissariamento. Alla conferenza stampa di ieri era presente in sala, insieme ad alcuni operatori e direttori sanitari, ai coordinatori regionali di Fdi e Lega, Franco Zaffini e Virginio Caparvi e alla responsabile provinciale del Carroccio, Manuela Puletti, anche il prefetto Tiziana Tombesi, che da circa due mesi guida la città. Tornando alle polemiche che hanno accompagnato la riconfigurazione, la Tesei ha detto: «A Spoleto è stata fatta una speculazione esagerata, che mi ha molto colpito. Io riconosco che la città ha dato tanto alla battaglia al covid, ma voglio dire a chi è stato influenzato da false notizie – perché ne ho sentite di tutti i colori – che nessuno ha mai pensato di depotenziare l’ospedale di Spoleto, tanto meno di chiuderlo. Tra poco sarò in grado di dimostrarlo, perché tra l’altro come ho detto più volte questa è una città che considero quasi mia». Dopo aver elogiato il grande impegno e l’umanità degli operatori sanitari («ho ricevuto tante mail di pazienti covid che lodavano anche per questo l’ospedale di Spoleto»), Tesei ha assicurato che sull’ospedale di Spoleto «si è finalmente tornati a investire e vogliamo continuare a farlo». Un cenno al percorso che si dovrà fare per creare il terzo polo ospedaliero regionale Foligno-Spoleto, con l’integrazione tra i due presidi che dovrà essere delineata nel piano sanitario regionale.

Per lunedì è stata quindi annunciato «il ritorno a una nuova normalità». In che modo? Come previsto da settimane, la prima a ripartire sarà la chirurgia ambulatoriale. Seguirà quella multidisciplinare in day surgery, per la quale sono già programmati i primi interventi. Nella ripresa graduale dei servizi, è stato detto, molto dipenderà anche dalla disponibilità di personale. La Chirurgia robotica, ad esempio, sarà la terza a partire, anche in base alla disponibilità di anestesisti. Difficile stabilire i tempi: «Sarà una ripresa graduale», è stato ripetuto.

PRONTO SOCCORSO SENZA CARDIOLOGO

Il pronto soccorso tornerà alla normalità, anche se non sarà possibile da subito attivare la guardia cardiologica. E se nel prospetto del graduale ritorno, la Rsa (che, pur essendo territoriale, prima del covid aveva 15/20 posti letto al pianterreno del San Matteo) sembra sparire dai radar, il direttore generale Massimo De Fino ha assicurato che, seppure a fatica, la Rsa resterà. Tantissimi i dati forniti dal direttore, che si è anche slanciato in una impegnativa e audace comparazione delle attività ambulatoriali tra primo e secondo semestre, con un apparente risultato: con la riconfigurazione in Covid, l’ospedale di Spoleto ha addirittura prodotto di più, con relativo aumento di fatturato. In realtà, nei primi sei mesi va considerata la sospensione di molte attività durante il lungo lockdown, mentre del secondo semestre, tolti anche i 15 giorni dedicati ai lavori di adeguamento, il San Matteo è stato Covid Hospital per appena due mesi. Elevato anche il numero delle assunzioni, ma sul fronte dei medici il rapporto tra arrivi e partenze (queste ultime non sono state quantificate, ndr) resta in passivo. E l’acceleratore lineare? «È nei piani della Asl», è stato assicurato. Ancora però non si conoscono le modalità di acquisizione (acquisto, leasing o noleggio), quindi i tempi, né sono state quantificate le risorse dedicate. Il Punto Nascita? «Tornerà»: anche in questo caso c’è la necessità di reperire pediatri. Tra gli investimenti, De Fino ne ha elencati per circa 2milioni: in dirittura d’arrivo quello dell’impianto antincendio, scaduto dal 2016.

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