Città del Vaticano – Il bullismo non è solo un fenomeno che avvelena mortalmente la vita nelle scuole, nelle caserme, sui luoghi di lavoro. E' un atteggiamento violento e negativo che si riscontra persino all'ombra del Cupolone e nella Chiesa e tra gli stessi sacerdoti. A mettere a fuoco questa deriva dei rapporti clericali è stato Papa Francesco che stamattina, aprendo un convegno sul sacerdozio in Vaticano, ha denunciato con forza questa deviazione capace di mettere zizzania e inquinare il clima generale.
Bergoglio lo ha detto chiaro e tondo: «Tra i sacerdoti c'è molta invidia e bullying clericale».
«Non abbiamo cioè bisogno di vantarci, né tanto meno di gonfiarci o, peggio ancora, di assumere atteggiamenti violenti, mancando di rispetto a chi ci è accanto. Perché ci sono forme clericali di bullying. L'origine è l'invidia e si arriva alle calunnie: per arrivare a un posto... e questo è moto triste: da qui si chiedono informazioni per fare vescovo qualcuno, e tante volte riceviamo informazioni ammalate di invidia: questa è una malattia dei nostri presbiteri, tanti di voi, formatori nei seminari, avete conto di questo».
Il fenomeno del bullismo è da tempo sotto osservazione in Vaticano benchè finora solo circoscritto alle scuole e non al clero. Quattro anni fa il Papa aveva incoraggiato una campagna contro il cyberbullismo promossa dalla Fondazione Scholas Occurrentes e dalla Fondazione Carolina, ideata da Paolo Picchio, padre di Carolina Picchio, la figlia prima vittima accertata di cyberbullismo in Italia.
Secondo alcune stime, nel mondo almeno un bambino su quattro è stato vittima di bullismo o cyberbullismo. In Italia, primo Paese europeo a legiferare in questa materia specifica, si registrano circa 1200 nuovi casi ogni anno, di cui l’80% dovuti a Internet. In passato più di 200 ragazzi sono stati ricoverati e il 50% di questi ha tentato il suicidio. Le vittime possono essere anche giovanissime.
Finora però nessuno nella Chiesa aveva messo a fuoco il bullismo clericale.