Papa Francesco, il biografo di Ratzinger lo smentisce: «Il rapporto tra i due non era di grande collaborazione»

Peter Sewaald, scrittore bavarese che ha conosciuto a fondo il pensiero di Benedetto XVI, fornisce una versione diversa da quella del Pontefice

Papa Francesco, il biografo di Ratzinger lo smentisce: «Il rapporto tra i due non era di grande collaborazione»
Papa Francesco, il biografo di Ratzinger lo smentisce: «Il rapporto tra i due non era di grande collaborazione»
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Mercoledì 10 Aprile 2024, 18:33 - Ultimo agg. 11 Aprile, 06:41
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Il biografo ufficiale di Joseph Ratzinger, Peter Sewaald, scrittore bavarese che ha conosciuto a fondo e descritto come nessun altro il pensiero di Benedetto XVI fino a catturarne ogni aspetto e descrivere la sua personalità in diversi libri e nella monumentale biografia uscita nel 2020, smentisce clamorosamente Papa Francesco. Una voce certamente fuori coro che si è alzata per fare notare che quel rapporto quasi idilliaco e di totale collaborazione evidenziato da Bergoglio (e ha affidato al giornalista spagnolo Javier Martinez Brocal) pare alquanto impreciso. Sewaald non va troppo per il sottile. «Si è visto chiaramente com'era davvero la presunta relazione cordiale tra i due quando fu smantellata la liberalizzazione fatta a suo tempo da Benedetto XVI al vecchio rito». Il riferimento è alla messa in latino. Sewaald aggiunge: «Il Papa emerito ha dovuto impararlo dal giornale».

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La puntualizzazione di Sewaald nasce dal fatto che Papa Francesco ha descritto la sua relazione con Benedetto XVI come il frutto di un cammino radicato, consolidato, strettissimo, di grande collaborazione reciproca. Persino un legame antico al punto che nel conclave del 2005 sarebbe stato il candidato dello stesso Bergoglio al papato. Una ricostruzione assai positiva e favorevole certamente tesa a smentire l'immagine dicotomica dei due Papi in Vaticano, ognuno consapevole di essere il punto di riferimento di una propria sfera di influenza e di una diversa visione della Chiesa.

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Francesco aveva poi aggiunto che Ratzinger «era tenuto quasi in custodia nell'ultimo periodo della sua vita.

Non dico prigioniero o incarcerato, ma come se fosse custodito» da una cerchia di persone che lo controllavano. Al punto che se Benedetto XVI desiderava telefonare al suo primo ex segretario, monsignor Josef Clemens poteva farlo solo se nella stanza non era presente don Georg Gaenswein. Senza girare troppo attorno alla questione ha anche aggiunto: «Mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato».

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Sewaald ha fatto parecchie puntualizzazioni nella intervista con la "Katholische SonntagsZeitung für das Bistum Regensburg" dove ha innanzitutto precisato che Joseph Ratzinger non è mai stato, sin dall'inizio, un «Papa di transizione» come afferma Bergoglio. In realtà, precisa il biografo del teologo, si è trasformato in un «pontificato di otto anni in cui ha stabilito un corso decisivo» di tante riformen «molte delle quali hanno portato popolarità a Papa Francesco» visto che sono state attuate dal suo predecessore. «È considerato il più grande teologo e dottore della Chiesa dell'età moderna» annota Sewaald. Benedetto XVI inoltre ha parlato «senza alcuna ambiguità» e ha assicurato «che la nave di Pietro rimanesse in rotta». Secondo Seewald Papa Francesco sembra mostrare di avere un atteggiamento ambivalente verso il predecessore. «Da un lato, loda Benedetto, definendolo anche 'grande papa'» ma «poi sembra sminuirlo definendolo un nonno, un amico paterno o persino un papa di transizione».

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