Un messaggio civetta che, se visto distrattamente, rischia di prosciugarti il conto. Sono decine gli episodi sui quali ha lavorato, nei mesi scorsi, il Centro Operativo per la sicurezza cibernetica di Bologna dopo aver raccolto una denuncia da parte di un cittadino truffato: frodi informatiche con annesso riciclaggio del denaro «rubato», le ipotesi di reato che hanno condotto gli investigatori al Sud, lungo l’asse Salerno-Potenza dove si sarebbero consumati i reati. Così la procura di Salerno, diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, ha chiesto ed ottenuto un provvedimento cautelare a carico di cinque persone.
Tre sono finite ai domiciliari, si tratta dei lucani Gino Rosola e Eliseba Sergiano e di Daniele Guarnieri di Battipaglia. Per altri due il gip del tribunale di Salerno ha invece disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, si tratta di Francesco Iannello, di Venosa in provincia di Potenza, e di Annamaria Giallorenzo di Eboli. Sedici in totale gli indagati. Tra questi anche Gaia Sabato già indagata per il concorso in omicidio del bimbo di due anni, Francesco Pio, morto sbranato da due pitbull a Campolongo.
La donna, difesa dall’avvocato Daniele Olivieri, assieme all’ex marito è proprietaria dei cani. Alla Sabato, nel corso delle indagini, sarebbe stata sequestrata una carta sulla quale, secondo le ipotesi investigative, transitavano i soldi «prelevati» con il sistema dell’enrollement, ovvero dell’associazione dell’app bancaria dal telefono della vittima a quello del truffatore. La contestazione per tutti è di reati contro il patrimonio.
È il mese di marzo del 2021 quando un imprenditore di Bologna denuncia di aver trovato sul proprio conto corrente un ammanco di trentamila euro. L’uomo ha subito associato il buco sul conto corrente ad uno strano messaggio ricevuto sul proprio telefonino da quella che pensava essere la sua banca. Nel corso delle settimane, poi, arrivarono altre denunce simili. Il sistema adottato dai truffatori era molto articolato ma semplice nella procedura: facile anche confondersi. La frode avveniva tramite un sms contenente un link il quale conduceva ad una pagina simile a quella dell'home banking nella quale veniva richiesto di inserire le proprie credenziali. Dopo di che il malcapitato veniva ricontattato da un'utenza anche questa riconducile alla banca, oppure gli veniva richiesto di inserire l'otp generato da una applicazione installata sul proprio telefono in via momentanea, dopo si chiedeva di rimuoverla per motivi di sicurezza.
La vittima veniva infatti contattato da un sedicente operatore bancario che gli consigliava di disinstallare l’app oppure scaricare un antispam: altro trucchetto per accedere alle credenziali precedentemente utilizzate da un nuovo telefono. In questo modo, in pratica,a vveniva quello che tecnicamente viene definito enrollement. Ora la posizione di tutti gli indagati finirà al vaglio del giudice per definire responsabilità e livello di inserimentro dei singoli all’interno del gruppo.