Torre Annunziata, sparatoria nel fortino dei Gionta: proiettile finisce in una casa

Il colpo vagante ha danneggiato l'alloggio di un vigilante: stesa o un agguato fallito

Via Castello nella zona del Quadrilatero della carceri a Torre Annunziata
Via Castello nella zona del Quadrilatero della carceri a Torre Annunziata
di Dario Sautto
Lunedì 29 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 30 Aprile, 11:59
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Sparano in strada, il proiettile vagante finisce a casa di un incensurato. Forse è un agguato fallito, quello della serata di sabato in via Castello a Torre Annunziata, a un centinaio di metri da Palazzo Fienga, l'ex roccaforte del clan Gionta che presto sarà demolita. Solo per caso nessuno è rimasto ferito, anche se il colpo di pistola si è conficcato all'interno di un appartamento al primo piano di un edificio di via Castello, dove vive un vigilante incensurato. La guardia giurata ha dato l'allarme e sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Torre Annunziata. Tra le prime ipotesi al vaglio degli investigatori, c'era una possibile «stesa» di camorra, una raffica di proiettili esplosa in aria senza un obiettivo preciso, se non un avvertimento per qualche residente della zona. Invece, nel corso degli accertamenti investigativi, è emersa un'altra pista, che porta ad un agguato fallito. 

Un colpo di pistola, dunque, esploso verso il vero obiettivo del raid, ma il bersaglio dei sicari è stato fallito. Il proiettile vagante, poi, ha terminato la sua corsa alcune decine di metri più avanti e più in alto, nell'abitazione dell'incensurato. Il colpo di pistola non ha centrato nessuno, nonostante in casa in quel momento ci fossero persone. Secondo le prime ipotesi, è escluso che la guardia giurata potesse essere l'obiettivo del raid, proprio in virtù della ricostruzione effettuata. Il tutto si è verificato a due passi dalla roccaforte del clan Gionta, a un centinaio di metri da Palazzo Fienga e a qualche decina di metri dall'abitazione di Gemma Donnarumma, la moglie del capoclan Valentino Gionta che, dopo la scarcerazione per fine pena e la confisca della sua ex residenza dove sedeva su un trono dorato, si è trasferita in via Castello, tratto di strada che nel 2017 è diventato via Vittime Innocenti di camorra, nonostante i vari danneggiamenti alla segnaletica stradale che si sono susseguiti nel corso degli anni. 

Intanto, sono in corso ulteriori accertamenti. Gli investigatori sono alla ricerca dei responsabili dell’agguato fallito nel quartiere noto come Quadrilatero delle Carceri. È da capire, innanzitutto, se sia l'ennesimo innalzamento del livello di tensione tra clan Gionta e «quarto sistema», oppure se si possa trattare di un episodio sporadico, legato ad altre vicende, seppure legate agli ambienti della malavita organizzata del quartiere. 

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Già nella giornata di ieri, nei quartieri «caldi» e nelle zone della movida oplontina sono stati intensificati i controlli dalle forze dell'ordine ed eseguite perquisizioni mirate a casa di pregiudicati e rampolli di camorra. L'ultimo agguato di camorra risale allo scorso novembre lungo il corso Vittorio Emanuele III, mentre un anno fa fu ucciso in un altro agguato in via Plinio il pregiudicato Raffaele Malvone.

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