Antonio Conte sa che al Napoli molti pensano a lui, e che tra poco dovrà dare una risposta definitiva. De Laurentiis, manco a dirlo, pensa a Conte e alla squadra che verrà: in ogni caso la comunione d’amorosi sensi tra il club e l’allenatore dei sogni continua, non si è mai arrestata, per qualcuno l’accordo sarebbe imminente, ma è opportuno attendere. Le scelte recenti, come l’ingaggio del giovane ds Manna non sono orientate in questa direzione perché l’ormai ex juventino spinge per un anno zero con Vincenzo Italiano in panchina, ma in ogni caso dopo l’ennesima figuraccia con il Bologna, De Laurentiis ha ripreso il filo diretto con Conte che si era interrotto da qualche tempo. E Stefano Pioli sa tutto, e da tempo ormai: perché gliel’hanno detto oppure perché l’ha capito da solo, ma insomma sa che il Napoli sta provando il tutto per tutto per Conte. Intanto, all’ad degli azzurri, Chiavelli, ha fatto intendere che l’incontro con Furlani non avverrà prima della fine del campionato. E che quindi, il Napoli dovrà attendere ancora due settimane prima di sapere se verrà raggiunta la risoluzione del contratto e se sarà un allenatore svincolato. Di sicuro, De Laurentiis non chiederà al Milan di liberarlo. Ballano 4 milioni di euro, l’ingaggio dell’ultima stagione. Pioli non è un tipo rancoroso, sa bene che questo invito alla prudenza e alla frenata - non vuole rinunciare alla buonuscita dai rossoneri - spinge De Laurentiis a guardarsi attorno. Per evitare la beffa.
L’attesa
De Laurentiis vuole tenersi Sinatti come preparatore, anche se l’assistente di Calzona deve prima avere l’ok sia di Spalletti che della Federcalcio. È l’unico dello staff attuale a cui De Laurentiis pensa di fare la proposta: Calzona verrà ringraziato e salutato.
Le ultime recite
Osimhen, come spesso accade in questa stagione un po’ iellata, si è fermato ieri in allenamento per un affaticamento muscolare. Il che vuol dire che è in dubbio per l’ultima trasferta a Firenze. Ma non è detto: le sue capacità di recupero sono imprevedibili. Anche se il fatto che si gioca così presto, in anticipo il venerdì, fa venire più di un sospetto che non possa recuperare. Ma bisogna attendere. A Firenze è una specie di spareggio per la Conference (ammesso e non concesso che l’ottavo posto sia buono per l’Europa) contro Italiano, uno dei pretendenti alla panchina azzurra. Una cosa deve essere certa: se dodici mesi fa, raccogliere l’eredità di Spalletti faceva venire i brividi a tutti, quest’anno sembra un’occasione imperdibile.