«Non ricordo di aver detto questo. Riconosco le persone in foto, avevano preso una birra ma non hanno partecipato alla lite. Alcuni erano clienti assidui, però io non so chi abbia partecipato al litigio della scarpa».
Dopo le dichiarazioni ritenute reticenti, ora è formalmente indagato Giovanni Nacarlo, gestore dello chalet Agostino sul lungomare di Napoli, luogo in cui il 20 marzo dello scorso anno è scoppiata la lite per una scarpa, poi sfociata nell'omicidio dell'innocente Francesco Pio Maimone, 18enne aspirante pizzaiolo che nulla aveva a che fare con quelle dinamiche.
Principale imputato a processo è Francesco Pio Valda, ritenuto esecutore materiale del delitto. L'atteggiamento del testimone è stato ritenuto “omissivo”, nonostante i vari avvisi della presidente della prima sezione della Corte d'Assise di Napoli (Concetta Cristiano), che si è trovata costretta a sospendere l'udienza, avvisare Nacarlo del suo status di indagato e a nominargli un legale d'ufficio.
Alla scorsa udienza, lo stesso gestore dello chalet non si era presentato in aula e stamattina è stato accompagnato dai carabinieri.