Vicolo della Neve, la rinascita a Salerno nel segno della tradizione: «Tornerà un luogo unico»

In cucina recuperato un dipinto di Tafuri. I nuovi proprietari: ma non sarà un museo

I nuovi proprietari
I nuovi proprietari
di Barbara Cangiano
Venerdì 17 Maggio 2024, 07:00
4 Minuti di Lettura

Saranno un pappagallo e un diavolo i simboli del nuovo Vicolo della Neve che aprirà i battenti a fine mese. Lo storico locale aveva accolto gli ultimi clienti il 25 ottobre del 2020. Poi, tra chiusure imposte dal Covid 19 e qualche acciacco dovuto all’età dell’ultimo patròn, Matteo Bonavita, il ristorante celebrato dal poeta Alfonso Gatto è rimasto a porte chiuse per quasi quattro anni. I lavori di restyling sono in pieno fermento e sono stati accompagnati da uno studio approfondito effettuato dai tre nuovi proprietari, Fiorenzo Benvenuto, Gerardo Ferrari e Marco Laudato, giovani imprenditori impegnati con successo nel mondo del food and wine.

Tra le curiosità venute alla luce in questi mesi, la più interessante è sicuramente quella legata al celebre dipinto di Tafuri che adorna un’arcata della cucina. Sono quattro gli elementi che lo compongono: una figura maschile e una femminile, per anni confuse con Trotula e San Matteo. «In realtà - racconta Benvenuto - risalendo ai loro nipoti, abbiamo scoperto che si trattava di due habituè che Tafuri ha voluto immortalare nel suo dipinto. Il pappagallo era quello che negli anni Quaranta veniva lasciato libero all’ingresso a recitare il menù, mentre il diavolo raffigurava i fuochi della cucina». Una storia che tornerà a vivere, perché il pappagallo stilizzato farà bella mostra sui menù cartacei, mentre il diavolo decorerà le divise degli operatori di sala. L’intervento, affidato alla ditta di Massimo Bevilacqua e allo studio di architettura Apt5 di Giovanni Mondillo, Mario Pompele e Ernesto Valitutti, ha previsto la realizzazione di un nuovo bagno per i disabili, ricavato in una parte di quella che era l’antica sala. Il lavoro più delicato è stato quello di recuperare tutti i mattoncini delle colonne, utilizzando una calce particolare che ne consentisse la lettura, preservandone così la memoria. Naturalmente gli inserti di origine romana sono stati lasciati in bella mostra così come è stata restaurata una vecchia cella frigorifero che rappresentava l’anima della struttura. Soffitti e pavimenti resteranno quelli di un tempo e, cosa che piacerà a tutti gli amanti del vintage, le mattonelle granata scandite da rombi neri e verde acqua che per decenni hanno reso iconica la cucina del Vicolo, sono state in parte recuperate e in parte riprodotte dalle ceramiche Pinto nello spirito di quello che fu uno dei decori più in voga negli anni Cinquanta. Una parete d’acciaio, poi, fungerà da specchio, per consentire a chi varcherà la soglia di tuffarsi immediatamente nell’atmosfera di un tempo, grazie al riflesso delle colonne e del dipinto.

«Sarà un dialogo tra l’antico e il moderno - anticipa Benvenuto - Non volevamo fare del Vicolo un museo, ma rispettare la sua storia e il suo passato, perché per decenni è stato un luogo unico dove si respirava un’atmosfera particolare». Un luogo di cultura, innanzitutto, che si candida a ridiventare cenacolo letterario, grazie a un gruppo di scrittori, intellettuali e artisti coinvolti dai proprietari: Diego De Silva, Corrado De Rosa, Alfonso Amendola, Edoardo Scotti, Massimo De Divitiis, Yari Gugliucci, Ciro Romano, Massimo Cerulo, a cui si aggiungeranno musicisti di nuova generazione, rapper compresi. Neppure il menù subirà degli stravolgimenti: si tornerà a gustare la pasta e fagioli, il cinguetto (detto così perché costava 500 lire), il peperone imbottito, il baccalà arrecanato. Ma ci saranno anche alcune new entry, come la genovese, il ragù, le alici dorate e fritte, la zuppa di cozze, la pasta allardata. Sapori antichi che, proprio in questi giorni, si stanno sperimentando ai fornelli con l’ausilio della signora Maria, nonna di Gerardo, che ha deciso di mettere a disposizione dei più giovani il sapere e il sapore di una volta.

Video

Il Vicolo non chiuderà mai, neppure un giorno a settimana. E resterà aperto sempre da mezzogiorno a mezzanotte, per consentire ai turisti, ma anche ai salernitani che non hanno abitudini troppo rigide, di pranzare e cenare quando meglio lo ritengono. Scarola e calice di vino alle cinque del pomeriggio? Perché no. Anzi, il primo a candidarsi è stato proprio Diego De Silva che ha annunciato che farà del Vicolo il suo buen ritiro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA