Sophos, Italia terzo paese al mondo più colpito da attacchi ransomware

Il 63% delle richieste di riscatto e stato superiore al milione di dollari

Sophos, Italia terzo paese al mondo più colpito da attacchi ransomware
Sophos, Italia terzo paese al mondo più colpito da attacchi ransomware
di Guglielmo Sbano
Venerdì 3 Maggio 2024, 18:00
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Sophos ha pubblicato la nuova edizione del proprio report annuale “The State of Ransomware 2024” dal quale si evince come la media dei riscatti versati dalle vittime di questi attacchi sia aumentata del 500% nel corso dell'ultimo anno. Le cifre estorte ammontano mediamente a 2 milioni di dollari per organizzazione, contro i 400.000 dollari del 2023. Il riscatto, tuttavia, è solo una parte del costo complessivo: a parte questa voce, infatti, lo studio condotto da Sophos ha calcolato come il costo medio di ripristino sia stato pari a 2,73 milioni di dollari, con un aumento di quasi 1 milione rispetto alla somma di 1,82 milioni di dollari riportata nel 2023. 
Nonostante i riscatti più ingenti, il report ha indicato una lieve riduzione nel numero degli attacchi ransomware: le aziende colpite quest'anno sono state il 59% contro il 66% del 2023. Anche se la probabilità di essere attaccati aumenta proporzionalmente al fatturato, anche le realtà più piccole (quelle con un giro d'affari inferiore a 10 milioni di dollari) vengono regolarmente prese di mira tanto che nell'anno trascorso è stata colpita dal ransomware poco meno della metà di esse (47%). Dal report 2024 si evince che il 63% delle richieste di riscatto e stato superiore al milione di dollari mentre il 30% è stato inferiore ai cinque milioni, ad indicare la ricerca di forti guadagni da parte dei cybercriminali. Sfortunatamente queste cifre così alte non riguardano solamente le aziende dai fatturati più consistenti: nello scorso anno, infatti, ha ricevuto richieste di riscatti a sette cifre quasi metà (46%) delle organizzazioni con un fatturato inferiore a 50 milioni di dollari.
«La lieve flessione nel volume di attacchi non deve darci un falso senso di compiacimento. Il ransomware continua a essere la minaccia dominante su cui poggia l'economia del cybercrimine. I costi crescenti nascondono il fatto che si tratta di un crimine alla portata di chiunque. Lo scenario offre infatti un ruolo attivo a qualsiasi cybercriminale, indipendentemente dalle sue capacità. Anche se alcuni gruppi si concentrano su riscatti multimilionari, altri si accontentano di cifre inferiori compensandole però con volumi più alti», ha dichiarato John Shier di Sophos.
Per il secondo anno consecutivo la causa primaria degli attacchi più comunemente identificata è stata l'exploit delle vulnerabilità, che ha riguardato il 32% delle aziende, seguita a ruota dalle credenziali compromesse (29%) e dai messaggi email pericolosi (23%). Questi dati sono in linea con quelli rilevati sul campo dalle recenti attività di incident response e presentati nell'ultimo report Active Adversary di Sophos.
 
Dove gli attacchi sono iniziati sfruttando le vulnerabilità si è registrato l'impatto più forte sulle organizzazioni colpite, con una percentuale maggiore di backup compromessi (75%), dati crittografati (67%) e propensione a versare il riscatto (71%) rispetto ai casi in cui gli attacchi sono partiti da credenziali compromesse. Le aziende interpellate hanno subìto anche un impatto finanziario e operativo superiore, con un costo medio di ripristino pari a 3,58 milioni di dollari contro i 2,58 degli attacchi basati sulle credenziali compromesse, oltre a una maggior percentuale di vittime che hanno avuto bisogno di più di un mese per ritornare alla normalità.
 
«Nonostante le due principali cause primarie degli attacchi ransomware, ovvero l'exploit delle vulnerabilità e le credenziali compromesse, possano essere prevenute, troppe aziende ne soffrono ancora. Occorre quindi valutare i livelli di esposizione a queste cause primarie e risolverle immediatamente. In un ambiente difensivo in cui le risorse sono scarse è ora che venga previsto un costo anche per i cybercriminali. Le aziende possono puntare a massimizzare i loro investimenti difensivi solamente alzando l'asticella sulle risorse occorrenti per violare una rete», ha concluso Shier. 
 
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Per difendersi dal ransomware e dai cyberattacchi ad esso correlati, Sophos consiglia di adottare alcuni accorgimenti:

  • comprendere il proprio profilo di rischio con tool come Sophos Managed Risk, capace di valutare la superficie di attacco esterna di un'organizzazione, prioritizzare gli elementi più rischiosi e fornire indicazioni su misura per la loro neutralizzazione;
  • implementare una protezione endpoint progettata per bloccare una gamma di tecniche ransomware tradizionali e innovative, come Sophos Intercept X;
  • rafforzare le difese con una capacità costante di rilevamento, analisi e risposta alle minacce mediante un team interno o con il supporto di un provider Mdr (Managed Detection and Response);
  • definire e mantenere un piano di risposta agli incidenti, effettuare backup regolari ed effettuare prove pratiche di ripristino dei dati dai backup.

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