L'hanno ricreata per la prima volta in laboratorio i ricercatori dell'università di Harvard guidati dall'italiana Katia Bertoldi, laureata in ingegneria civile all'università di Trento e ora professore associato di meccanica applicata nel prestigioso ateneo statunitense. I risultati del loro studio sono pubblicati sulla rivista Plos One.
Questa stravagante struttura tridimensionale che ricorda vagamente un cavatappi è stata chiamata 'emi-elicà ed è stata ottenuta sperimentalmente unendo due strisce di materiale gommoso di diversa lunghezza. La banda più corta, di colore rosso, è stata stirata fino a raggiungere la lunghezza dell'altra banda, di colore blu.
Le due sono poi state incollate tra loro e rilasciate: invece di avvolgersi su loro stesse, hanno generato questa rara struttura 3D che cambia periodicamente verso di rotazione dando origine a quelle che i ricercatori chiamano 'perversionì. L'emi-elica non era mai stata osservata finora perchè i materiali usati in esperimenti simili si rompevano prima di giungere a questa conformazione.
Grazie a una serie di simulazioni numeriche, i ricercatori hanno scoperto come manipolare le caratteristiche geometriche delle due bande per ottenere emi-eliche con proprietà differenti: questo potrà essere d'ispirazione per lo sviluppo di nuove molecole, utili per fabbricare nano-dispositivi come sensori, risonatori e assorbitori di onde elettromagnetiche.
«Una volta che sei capace di riprodurre e controllare queste forme complesse - spiega Katia Bertoldi - il passo successivo consiste nel vedere se sono dotate di proprietà insolite».
Per questo i ricercatori pensano ora di verificare se la emi-elica «ha qualche effetto sulla propagazione della luce».