Bonus Irpef 80 euro, tetto più alto per le famiglie monoreddito

Pier Carlo Padoan
Pier Carlo Padoan
di Luca Cifoni
Mercoledì 28 Maggio 2014, 09:13 - Ultimo agg. 09:42
3 Minuti di Lettura
Da ieri, 27 maggio, alcuni milioni di italiani hanno iniziato a trovare nel cedolino dello stipendio una nuova voce, denominata “credito d’imposta” o pi sinteticamente “bonus”: sono i famosi 80 euro, che per diventano 80,98 se il datore di lavoro, secondo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate, sceglier di ripartire l’importo annuale di 640 euro sulla base dei giorni del mese (che a maggio sono 31). Con le stesse circolari delle Entrate era stata fissata come scadenza quella relativa alla retribuzione di questo mese, con la possibilità di slittare a giugno in caso di particolari esigenze organizzative.



Nel frattempo il Senato, che sta esaminando il decreto legge su Irpef e revisione della spesa, potrebbe allargare la platea dei beneficiari alzando la soglia di reddito dei 26 mila euro nel caso delle famiglie con almeno tre figli. L’obiettivo è evitare un paradosso: con le regole attuali un nucleo in cui entrambi i genitori lavorano e guadagnano 24 mila euro ciascuno porta a casa due bonus, mentre una famiglia monoreddito con figli e retribuzione di 26 mila non avrebbe nulla. Per ovviare a ciò la soluzione è alzare l’attuale asticella fissata appunto a 26 mila limitatamente a questa tipologia familiare.



Secondo le prime verifiche però un intervento del genere è sostenibile solo se limitato ai nuclei con tre figli (con soglia a 40-50 mila euro). Si ipotizza una spesa aggiuntiva di una cinquantina di milioni, che vuol dire più o meno riconoscere il credito d’imposta ad altri 80 mila contribuenti. La decisione finale sarà comunque presa al termine dell’iter del provvedimento in commissione.



I LAVORATORI COINVOLTI

Per ora dunque l’operazione 80 euro riguarda solo i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo compreso tra quello che dà luogo a un’imposta seppur minima (circa 8.150 euro l’anno in caso attività lavorativa per tutto il periodo) e i 24 mila euro. Tra questa soglia e quella dei 26 mila l’importo del bonus viene progressivamente ridotto fino ad azzerarsi. La somma piena di 80 euro riguarda coloro che lavorano tutto l’anno: in caso di contratti a termine o comunque di mancata attività per una parte del periodo viene decurtata in proporzione.



I datori di lavoro hanno dovuto affrettarsi per attuare la novità voluta dal governo Renzi. Il ministero dell’Economia (che prepara le buste paga per oltre 1,5 milioni di dipendenti pubblici, su un totale di circa 3), si è mosso per tempo e i relativi stipendi maggiorati sono già stati mandati in pagamento. Tra le amministrazioni che usufruiranno della possibilità di applicare il bonus da giugno c’è l’Inps, che in questo modo dovrebbe uniformare le procedure con quelle relative all’erogazione del credito d’imposta a disoccupati e cassintegrati.



Il governo lavora anche ad altri provvedimenti fiscali. Gabriella Alemanno, vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, ha confermato che nei prossimi giorni il governo approverà il primo decreto attuativo relativo alla riforma del catasto, che prevede la ridefinizione delle commissioni censuarie provinciali, incaricate di gestire l’operazione a livello locale.