La lezione di Monti
e il futuro del Paese

Martedì 20 Novembre 2012, 10:19 - Ultimo agg. 21 Novembre, 09:57
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Egregio Direttore, ci stiamo avviando alla fase conclusiva di questa breve esperienza di "Governo Tecnico". Al di l delle opinioni personali verso alcuni esponenti di quest'esecutivo, una cosa certa: l'Italia stata governata da un Premier competente, onesto e dotato di grande etica professionale e profondo senso dello Stato. Proprio ci che mancava al suo predecessore! E di sicuro abbiamo fatto un bel passo in avanti!



Abbiamo capito che la democrazia non porta sempre alle scelte migliori, e in questo, il popolo italiano, attraverso il suo potere decisionale, ne ha dato ampia prova (reiterata) nell'ultimo ventennio repubblicano. C'è voluta l'Europa per farci capire che il barzellettiere stava affondando l'Italia e gli italiani con la sua sprezzante ilarità!



Ora ci stiamo lasciando finalmente alle spalle questa brutta crisi economica, grazie soprattutto alla professionalità di Mario Monti. E noi italiani abbiamo il dovere di dirgli "Grazie" per aver salvato il nostro paese da una fine impietosa. Sono certo che non creerà alcuna Lista-Monti alle prossime elezioni politiche, perché egli sa benissimo che il governo della società spetta ad un governo popolare che sia espressione diretta della volontà dei cittadini, e lui non ha ancora il consenso popolare giusto per ovvia mancanza di comicità ed ilarità.



Abraha Dawit - email



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Caro Dawit, difficile non essere d’accordo con il suo buon senso. Mi limito perciò ad aggiungere solo un allarme sulla lezione purtroppo ancora non recepita dai partiti. Spesso la loro memoria corta è disarmante, come se il disastro di un anno fa non fosse mai accaduto. Come se per il Pd fosse sempre e solo colpa del governo Berlusconi e per Berlusconi tutto frutto di un complotto Merkel-Sarkò, per citare un bell’editoriale di ieri di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere.

Sono scettico sul ravvedimento in poche settimane, visto che a fine gennaio avverrà lo scioglimento delle Camere. E ancora più scettico sull’ipotesi che finendo la Seconda, ci siano già oggi le premesse per una Terza Repubblica immune dai difetti delle due precedenti. L’unico auspicio che riesco a formulare riguarda il ritorno della Politica al governo. Perché la necessaria parentesi dei tecnici ha bisogno di essere archiviata all’insegna di una domanda semplice semplice: fatto il nostro dovere e messi a posto i conti, dove vogliamo andare? Che posto vogliamo avere? Ci sono le condizioni per evitare il declino? Ogni risposta dovrà avvenire con un mandato dei cittadini.





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