Salute, giornata di celebrazione per un bene che non si può barattare

Domenica 7 Aprile 2024, 10:00 - Ultimo agg. 14 Aprile, 11:10
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Gentile direttore de Core,

oggi 7 aprile ricorre la giornata mondiale della salute, fondata in questo giorno nel 1948. Si celebra ogni anno, con l'obiettivo di sensibilizzare la comunità internazionale su argomenti cruciali che riguardano la salute pubblica. Il concetto di salute è in continua evoluzione, così come cambia il mondo in cui gli esseri umani vivono e stanno insieme. Ed ogni cambiamento pone ai medici e ai ricercatori, in tempi in cui resistono imbonitori e ciarlatani, una nuova sfida da affrontare. La salute, caro Direttore, è un bene prezioso che spesso diamo per scontato fino a quando non ci viene a mancare. È un equilibrio delicato tra corpo, mente e spirito, influenzato da una serie di fattori, tra cui la nutrizione, l'attività fisica, l'ambiente circostante e il supporto sociale. E la sanità, pubblica (soprattutto) e privata. In un mondo che cambia rapidamente, la nostra comprensione della salute continua a evolversi. Riflettiamo insieme. Che possiamo essere consapevoli delle nostre scelte, sostenere coloro che sono in difficoltà e lavorare insieme per creare comunità più sane e resilienti. Che ne pensa? 

Elisa Lavanga

Brescia 

Il direttore risponde 

 

Gentile Elisa,

la giornata mondiale della salute può rappresentare un momento di riflessione su più temi legati alla sanità.

Che, soprattutto dopo la pandemia da Covid, ha assunto una rilevanza ulteriore, aprendo gli occhi alla comunità universale piuttosto che a gretti particolarismi, i cui rigurgiti peraltro continuiamo a patire enormemente sotto altre forme. Partiamo, cara lettrice, da un concetto basilare: noi ricordiamo il Novecento come il secolo di due atroci guerre mondiali e di due tremendi totalitarismi. Eppure lei converrà con me che è stata anche l'era del welfare, del voto universale, della scolarizzazione, dell'avvento delle nuove tecnologie, e soprattutto della sanità accessibile a tutti. Le cure per i meno abbienti, la possibilità di vivere più a lungo e degnamente, sono il risultato di un processo lento e faticoso che il Novecento ha portato a compimento. Scendiamo nel nostro particolare: purtroppo sappiamo bene come, nella gestione locale della sanità, il settore sia stato depredato da personale senza scrupoli, affaristi, pseudo manager che, con la complicità della politica e di clan malavitosi, hanno lucrato sulla sanità inghiottendo appalti d'oro per fini meramente personali. A danno soprattutto di chi non poteva permettersi cure private. Rimettere ordine nel settore, peraltro dando giusto e degno risalto (anche economico) alla ricerca per combattere nuovi e più insidiosi mali, non è affatto semplice. Nel caso del riassetto degli ospedali pubblici, della dislocazione dei pronto soccorso, dei centri di alta specializzazione, vanno tenuti in debito conto fattori come ad esempio il calo demografico delle aree interne e il sovraffollamento di altre zone a maggiore densità. Ciò detto, e saltando e piè pari le recenti polemiche tra enti locali e governo centrale sulla concessione dei finanziamenti, il mantra non può che essere uno soltanto: la sanità pubblica va difesa strenuamente, i medici e gli operatori sanitari vanno incentivati, motivati, riconosciuti nel ruolo essenziale che svolgono (e durante il Covid sono stati eroici, dovendo peraltro combattere anche gli imbonitori del web); nel contempo va messa in condizione la sanità privata di potersi sviluppare a integrazione di quella statale. Che vive nella sua funzione essenziale di garanzia per tutti, ricchi e poveri. 

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