Decoro urbano, iniziamo noi ad amare di più Napoli

Domenica 24 Marzo 2024, 10:10
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Gentile direttore,

la ringrazio per l’impegno del Mattino nel raccontare la nostra Napoli tra guasti e bellezze. In particolare non posso evitare di tornare sulla questione della “vivibilità” e del decoro di Napoli. Da via Toledo a Chiaia, per non parlare del lungomare, soprattutto nei giorni prefestivi e festivi, tutto si riduce ad un grande suk, tra venditori ambulanti, cibo di strada e dehors che invadono le strade. In questa confusione generale, alimentata ovviamente dalla gran folla di turisti, proliferano tante piccole e grandi illegalità, tanti soprusi e, mi permetta, anche tanti rischi per noi cittadini e per i nostri figli. Leggo sempre di piani e contropiani del Comune per riportare ordine, ma non ne vedo mai i risultati. Mi domano cosa accadrà con le vacanze di Pasqua e poi i “ponti” di aprile. E in estate? Il Comune abbia il coraggio di avere un ufficio, un assessorato alla Legalità, se necessario anche con maggiori poteri ai vigili urbani!

 Paolo Menninno

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Il direttore risponde 

 

Caro Paolo, 
il tema del decoro urbano mi è particolarmente caro. Lo dico con dolore, da cittadino e da (appassionato) passeggiatore: è evidente il peggioramento dello stato delle città da qualche anno a questa parte. Faccio questo ragionamento, in particolare, sull'asse Roma-Napoli, le mie metropoli di riferimento.

Dopo le due ondate di Covid l'avvento di un turismo mordi e fuggi, direi soprattutto mordi, considerato l'impatto nel settore della ristorazione di strada da lei opportunamente citata, ha avuto conseguenze purtroppo drammatiche sull'aspetto delle città, in particolare di quelle d'arte così visitate, così ammirate ma pure così sciupate. E qui mi consenta una diversa valutazione sul terreno della replica a un fenomeno così invasivo. Non credo, infatti, ci sia bisogno di un nuovo assessorato o comunque di sovrastrutture di (ulteriore e più pervasivo) controllo. Temo che ogni qualvolta un fenomeno sociale ci inquieta, l'unica risposta che siamo in grado di dare è quella di un giro di vite, di una stretta. Certo, le multe - ad esempio - per chi sporca e contribuisce comunque al degrado di una strada o di una piazza, magari lasciando i rifiuti fuori orario, le trovo auspicabili quando non necessarie. Ma dobbiamo pretendere da tutti - locali e forestieri - una maggior cura dei nostri fragili centri urbani. Un'opera costante di rispetto, di buona educazione ecco. Quella che manca sempre di più. Non prendiamocela ogni volta con il Comune, la Regione, l'ente preposto. I veri proprietari delle città siamo noi. Proviamo a rispettarle, e a farle rispettare da chi arriva per ammirarle, come fosse il salotto di casa nostra. 

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