Mugnano. Baby rapinatore ferito non collabora, ma spuntano le impronte digitali del complice

Mugnano. Baby rapinatore ferito non collabora, ma spuntano le impronte digitali del complice
di Ferdinando Bocchetti
Venerdì 2 Ottobre 2015, 10:11 - Ultimo agg. 10:24
2 Minuti di Lettura
Non ha rivelato il nome del complice e si è chiuso in un impenetrabile silenzio. Francesco, il 17 enne ferito da un poliziotto libero dal servizio a cui era stata puntata una pistola alla tempia, è stato ascoltato in ospedale dai carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Antonio De Lise, che indagano sulla rapina avvenuta tre giorni fa nei pressi dell'ipermercato Auchan di Mugnano.



Il baby rapinatore di Miano non ha avuto tentennamenti e non ha proferito parola sul complice, le cui impronte digitali sono state trovate sullo scooter utilizzato per l'azione criminale. Impronte digitali isolate dai militari dell'Arma e inviate a Roma, al Ris. Insomma un piccolo, ma significativo passo in avanti nelle indagini: quelle impronte saranno, infatti, immesse in una banca dati e confrontare con quelle di migliaia di pregiudicati. Gli inquirenti puntano su questo e altri elementi, convinti che, attraverso il raffronto delle impronte digitali o un passo falso, riusciranno ad incastrare l'uomo che era con Francesco al momento della rapina. Il cerchio si starebbe stringendo, dunque.



Intanto Francesco, ancora ricoverato al Cardarelli, è stato formalmente accusato di rapina a mano armata, sebbene non sia ancora del tutto chiara la dinamica della vicenda. Sottoposto alle domande dei carabinieri di Giugliano, il 17 anni di Miano continua a non parlare. Il suo è un insieme di «non so, non ricordo, non ho nulla da dire», ripetuto quasi come un mantra dinanzi agli inquirenti. Un atteggiamento che è forse dettato da una precisa strategia difensiva concordata con l'avvocato nominato dalla famiglia, che l'altro giorno lo aveva incontrato in ospedale. Ad essere ascoltato dal magistrato che coordina le indagini sarà anche il poliziotto che ha subito la rapina e che ha poi sparato due colpi di pistola: proiettili che hanno centrato la gamba e il gluteo del baby rapinatore. L'agente, che ha 54 anni e che in servizio presso la Digos della Questura di Napoli, è stato iscritto nel registro degli indagati. Un atto dovuto, precisano gli inquirenti, per chiarire meglio la dinamica dei fatti e valutare se vi sia stato un eccesso colposo di legittima difesa.



Su quest’ultimo aspetto i familiari di Francesco, che da giorni affollano i corridoi e le sale d’attesa del Cardarelli, non hanno dubbi: «Quell’uomo ha esagerato – dicono alcuni parenti del ragazzo – Aveva l’obbligo di sparare prima in aria, soprattutto avendo visto che dall’altro lato c’era solo un ragazzino. Non si mette a repentaglio la vita delle persone in questo modo, deve rispondere per quello che ha fatto. Se ha sbagliato non deve essere tutelato solo perché è un poliziotto, ma deve essere trattato come tutti gli altri».



Nessun mea culpa, né una domanda o una perplessità, invece, sui motivi che hanno spinto un ragazzino di 17 anni a muoversi dal suo quartiere per compiere una rapina sulla circumvallazione esterna, nel comune di Mugnano. Francesco era incensurato, ma già “segnalato” dalle forze dell'ordine perché talvolta frequentava personaggi poco raccomandabili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA